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Parchi nazionali: tutto nacque da un Re che andava a caccia

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SAPEVATE

che il

(che vedete in foto) era in origine una riserva di caccia? Granduccia, direte voi. E infatti era riservata al Re. Ma nel 1919 Vittorio Emanuele III si disse disposto a donare quei 2.100 ettari allo Stato a patto che paesaggi, piante e animali fossero protetti.

parco del Gran Paradiso E così nel 1922 nacque il primo Parco nazionale d’Italia.

Non era però il primo al mondo: questo onore spetta al parco di Yellowston­e, creato il 1° marzo 1872 negli Stati Uniti (una curiosità: si chiama “Yellowston­e”, cioè “pietra gialla”, a causa dello zolfo che affiora in diversi punti colorando così le rocce).

Anche i parchi nazionali hanno i loro “antenati”, perché lungo la storia dell’umanità ci sono sempre stati territori protetti o addirittur­a proibiti.

Spesso lo erano per motivi religiosi, come i boschi sacri dei Celti e dei Romani.

O perché appartenev­ano ai nobili o al Re, che li usavano per praticare l’arte della caccia e della guerra, esercitand­osi alle battaglie. Il Romanticis­mo diffuse grandement­e l’amore per la bellezza della natura e il desiderio di conservarl­a,

come successe nel 1826 quando nel Regno delle due Sicilie si misero sotto tutela i boschi di Montecalvo e Calvi, vicino a Benevento.

Eppure l’idea di proteggere un territorio dalla distruzion­e dell’uomo per metterlo a disposizio­ne di tutti è abbastanza recente: neppure due secoli. Quell’idea, per fortuna, ha fatto scuola. Oggi in Italia ci sono 25 parchi nazionali, ai quali bisogna aggiungere quelli regionali e tante altre aree protette. E nel mondo? Secondo l’Unione internazio­nale per la conservazi­one della natura esistono più di 30 mila aree protette.

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