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Gli antichi Egizi scioperava­no per avere pesci... e creme solari

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CI SONO VARI TIPI di sciopero. Uno dei più bizzarri, ma anche dei più celebri, è quello del sesso: ne scriveva già 2.400 anni fa il greco Aristofane nella sua commedia “Lisistrata”, dove la protagonis­ta incita le donne a non concedersi ai mariti finché questi non smetterann­o di fare la guerra. E se pensate che sia solo una fantasia letteraria, sappiate che nel 2003 la liberiana Leymah Gbowee ha vinto il Nobel per la Pace per i progressi ottenuti nel suo Paese con metodi non violenti, tra cui proprio uno sciopero del sesso. Ma naturalmen­te lo sciopero più comune è quello dei lavoratori, e anch’esso ha

origini antichissi­me. Nel Museo Egizio di Torino si può ammirare il “Papiro dello sciopero” (nella foto sotto), che documenta la protesta degli operai del

faraone Ramses III nel 1100 avanti Cristo: chiedevano che la loro paga (fatta di pesci, grano e legumi) non arrivasse più in ritardo, e pretendeva­no creme per proteggere la pelle dal sole torrido. Il faraone li accontentò. In Italia il primo sciopero generale fu proclamato nel 1904 e nacque

per lo sdegno seguito all’uccisione di tre minatori nell’Iglesiente, in Sardegna. Ma solo nella Costituzio­ne del 1948, all’articolo 40, si cita per la prima volta il “diritto di sciopero”. Prima, astenersi dal lavoro (ovviamente non pagati) era

sempre considerat­o illegale. Ora si può fare, con regole precise e in modi diversi, tanto che è nata una terminolog­ia a parte: si va dallo “sciopero generale” allo “sciopero a singhiozzo”, dallo “sciopero bianco” allo “sciopero a scacchiera”, e c’è persino il temutissim­o “sciopero a gatto

selvaggio” quando il lavoro si blocca... in momenti diversi e senza preavviso!

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