Buio pesto sul pesto (quello confezionato, naturalmente)
• Per me, ligure Doc, l’argomento è una questione annosa: la ricetta del pesto genovese è una sola. E qui anche la versione “senza aglio”, nella patria di uno dei condimenti più amati d’Italia, è considerata un’aberrazione. Inutile discutere. Peccato che della vera ricetta, nelle versioni confezionate, rimanga ben poco.
• GLI INGREDIENTI STRANI SONO... La composizione tradizionale, riconosciuta dal Consorzio del pesto genovese, prevede esclusivamente: basilico genovese Dop, olio extravergine, parmigiano reggiano (o Grana padano), pecorino Dop, aglio, pinoli e sale. Tuttavia basta dare un’occhiata alla lista ingredienti dei prodotti sugli scaffali per imbattersi in varianti fantasiose contenenti anacardi, olio di girasole, ricotta e addirittura conservanti.
• LA RICETTA DA RISPETTARE NON C’È
Tutto ciò è legale perché non esiste alcun disciplinare di produzione, ma non andrebbe chiamato pesto alla genovese, sarebbe più corretto scegliere il nome “salsa a base di formaggio e basilico”.
• IN CASA SI REALIZZA IN POCHI MINUTI
Per gustare un pesto a regola d’arte, le strade sono due. La prima è scovare, tra i prodotti confezionati freschi (non a lunga conservazione), quello con la lista ingredienti originale. La seconda è prepararlo a casa (va bene anche nel tritatutto) con ingredienti di alta qualità. Basta trasferirlo poi in una ciotola e coprire con abbondante quantità di olio extravergine d’oliva. Durerà, in frigo, per due giorni. E noi liguri auspichiamo che prima o poi questa preparazione riceva il riconoscimento STG (Specialità Tradizionale Garantita) come è stato fatto per la pizza napoletana.