Antonella Niente mi fa felice quanto
S «tamattina mi sono alzato, ho aperto la finestra e ho fatto un respiro profondo assaporando l’aria fresca della campagna. Una sensazione incredibile di felicità». Così ha inizio la chiacchierata con lo chef Davide Nanni, che oggi è un giovane uomo sereno, entusiasta di gestire la locanda agriturismo di famiglia “Il nido dell’Aquila” a Castrovalva (AQ), piccola frazione abruzzese di soli 15 abitanti dove è cresciuto. Diventato famoso sui social come lo “chef dei boschi” grazie alle sue videoricette “selvagge” realizzate in mezzo alla natura, ha uno spazio all’interno del programma di Rai1 “È sempre mezzogiorno!”, condotto da Antonella Clerici. Qui suggerisce piatti della tradizione e innovativi. E in questi giorni è uscito il suo libro “A sentimento. La mia cucina libera, sincera, selvaggia” (vedi sotto) in cui propone tantissime ricette ma, soprattutto, racconta la sua emozionante storia. Perché, prima di raggiungere la felicità, ha vissuto un passato difficile, pieno di alti e bassi...
Davide, ripercorriamo insieme questo passato.
«Avevo 6 anni quando i miei genitori si sono trasferiti da Roma a Castrovalva. Erano stanchi del caos cittadino e hanno deciso di avviare lì un’attività di ristorazione, dal momento che mio nonno aveva già un’azienda agricola. Io ero l’unico bambino del borgo, ero sempre solo, non avevo amici, quindi aiutavo le nonne a fare la pasta in casa e a preparare i dolci. Lì è nato il mio amore per la cucina».
Infatti si è poi iscritto alla scuola alberghiera.
«Sì, all’inizio andavo malissimo, ho attraversato una profonda crisi. Poi, spronato dai miei, mi sono messo a studiare. Mi sono diplomato e mi è stata offerta la possibilità di andare a Londra in un famoso ristorante».
Come è andata?
«Lavoravo tantissimo, non imparavo niente e ho subito ogni genere di angherie. La mia sensibilità veniva considerata una fragilità. Il capo chef mi scherniva davanti a tutti. In pochissimo tempo avevo perso 20 chili. Mi licenziai e tornai a Castrovalva».
Come si è sentito?
«Per tre mesi sono stato in trance, da lunedì a venerdì
ore 11.55
mi sentivo inutile, incapace di fare qualsiasi cosa. Finché mamma mi ha convinto ad accettare la proposta di lavoro di un ragazzo che aveva studiato con me e aveva aperto un ristorante a Roma. Ho vissuto lì otto anni, imparando tantissimo e cambiando diversi locali fino a diventare chef. Poi c’è stata la rottura con la mia fidanzata, ero depresso e mi sono trasferito in Florida. Il sogno americano però è durato poco. Guadagnavo tanto ma non riuscivo ad accettare che le ricette italiane venissero così snaturate: passi la carbonara con la panna, ma quando mi hanno chiesto di preparare l’amatriciana con le polpette, ho tolto il grembiule, salutato tutti e sono tornato a casa».
Non sarà poi fuggito un’altra volta?
«Era il 2020, e dopo poco è entrato in vigore il lockdown. Per diversi mesi ho avuto