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Marie Curie con le radiografi­e ha salvato milioni di vite, ma...

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QUANDO MARIE CURIE (1867-1934, nella

foto) e altri scienziati scoprirono la radioattiv­ità, il mondo fu preso dall’entusiasmo. In breve si diffusero prodotti radioattiv­i di

ogni tipo: creme per il viso, lozioni per capelli, profumi, dentifrici e perfino abiti che risplendev­ano al buio. Solo più tardi si scoprì che le radiazioni sono pericolose: la stessa Marie morì per il loro effetto (oggi i suoi appunti, e anche i suoi libri di cucina, sono conservati in scatole di piombo e si possono consultare solo con una tuta protettiva). Ma c’è almeno un campo in cui il loro utilizzo fu subito salutare, e da allora ha permesso di salvare milioni di vite: la radiografi­a. Fu sempre Marie Curie a mostrarne i vantaggi. Durante la Prima guerra mondiale, attrezzò un’auto con un’apparecchi­atura radiografi­ca e raggiunse il fronte per curare i soldati. Da allora questa branca della medicina ha fatto enormi progressi, riducendo l’impiego di radiazioni fino a... zero, come nel caso della risonanza magnetica. E pensare che la scoperta dei raggi X, o almeno del loro uso medico, avvenne per caso, mentre il fisico tedesco Wilhelm Röntgen faceva esperiment­i con un tubo fluorescen­te. Accortosi che produceva una strana luce anche dopo essere stato coperto con materiale scuro, chiese alla moglie Bertha di avvicinare una mano all’oggetto e mise sull’altro lato una pellicola fotografic­a, ottenendo la prima radiografi­a della storia. Era il 1895, e nel 1901 lo scienziato fu premiato con il Nobel per la fisica. Ma Marie Curie ne vinse addirittur­a due: quello per la fisica nel 1903 e quello per la chimica nel 1911.

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