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I caloriferi sono recenti... ma il riscaldame­nto domestico è antico

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CHE BELLO STARSENE AL CALDUCCIO vicino al calorifero. Se possiamo farlo dobbiamo ringraziar­e un vigezzino (cioè un abitante della Val Vigezzo, in Piemonte): Pietro de Zanna. Anzi, a dir la verità in origine si chiamava solo Zanna ma poi, proprio per la sua invenzione, fu premiato con il “de” nobiliare. Fu lui che nel 1839 installò i primi sorprenden­ti caloriferi nel palazzo imperiale di Vienna. Invidiosi, i Savoia lo richiamaro­no subito a Torino per il loro Palazzo Reale e poi per il Castello di Racconigi, e ben presto quella dei caloriferi divenne una moda inarrestab­ile in tutte le case

nobili d’Europa. Naturalmen­te già prima esistevano forme di riscaldame­nto domestico, e non ci riferiamo solo ai camini,

inventati dai Normanni intorno al 1200 e diventati popolariss­imi nel Medioevo. Già nell’antichità i Greci avevano inventato

l’ipocausto, un sistema di riscaldame­nto che utilizzava l’aria calda prodotta da una fornace, facendola passare dentro a tubi sotto il pavimento. I Romani, come al solito, li copiarono per le loro ville signorili. Un importante migliorame­nto arrivò grazie ai monaci cistercens­i del XIII secolo, che al posto dell’aria usarono l’acqua prelevata da un fiume e riscaldata in una apposita cisterna, come nel mirabile monastero di Nostra Signora della Ruota in Aragona, in Spagna, che attingeva l’acqua dal vicino fiume Ebro. Il primo grande impianto di riscaldame­nto basato su tubature ad acqua lo volle invece Pietro il Grande, nel 1710, per il suo Palazzo d’Estate a San Pietroburg­o. Ma nonostante tutta la loro magnificen­za, per avere anche un solo calorifero, gli Zar avrebbero dovuto aspettare ancora un secolo. E il signor de Zanna.

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