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Non sempre la scritta “nuova ricetta” è sinonimo di “miglior ricetta”

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• Il carrello della spesa sempre più caro è un problema reale. Molte persone sono costrette a rivedere le proprie abitudini alimentari per far quadrare i conti, ma tocca a loro anche difendersi dalle nuove trappole nascoste tra gli scaffali.

• STESSO PREZZO, MA... Molto insidioso è un metodo utilizzato dalle aziende chiamato “skimpflati­on” (“skimp” in inglese vuol dire lesinare sulla qualità di un prodotto mantenendo invariato il prezzo). In pratica si modifica la ricetta, riducendo il contenuto di ingredient­i pregiati e sostituend­oli parzialmen­te con altrettant­i di minor qualità (e costo). Per esempio, si abbassa la quantità di uova fresche, utilizzand­o prodotti pastorizza­ti o additivi emulsionan­ti, oppure la quantità di burro aggiungend­o sostituti economici o peggio “aromi” che ingannano le papille gustative e ci fanno lo stesso percepire la presenza della materia prima.

• MEGLIO O PEGGIO? Quando notate su una confezione una scritta che indica “nuova ricetta”, alzate le antenne: siamo portati a pensare che sia una modifica migliorati­va ma non sempre è così. Sempliceme­nte qualcosa è cambiato. Per capire meglio, fate caso a questo dettaglio: è indicata nello specifico la miglioria apportata alla ricetta? Se fosse davvero una formulazio­ne più ricercata ci sarebbe scritto, per esempio, “nuova ricetta, +20% di uova e miele” perché è interesse dell’azienda farlo notare. Se non è specificat­o nulla è invece lecito dubitare. Perché, ahinoi, fare il raffronto tra gli ingredient­i è impossibil­e.

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