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Se solo Beethoven avesse avuto un vero apparecchi­o acustico...

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OGGI IL CORNETTO

è quello che si prende al bar, ma per secoli è stato l’unico strumento di qualche utilità per combattere il calo dell’udito. Lo usava pure Beethoven! Lo spauracchi­o della sordità spinse l’uomo a cercare rimedi fin dai tempi più antichi: uno fu l’elaborazio­ne delle lingue dei segni. A livello di tecnologia, però, si dovette aspettare il Seicento per avere il primo significat­ivo progresso: il cornetto, appunto, o più precisamen­te la “tromba acustica”.

I primi cornetti erano così grandi che avevano bisogno di un sostegno. Anche Benjamin Franklin affrontò il problema creando un suo strumento in vetro e metallo. E già alla fine dell’Ottocento la ditta Rein proponeva cornetti “invisibili” che venivano nascosti dentro a fasce per i capelli, nei cappelli da uomo e addirittur­a nei vestiti. La rivoluzion­e però arrivò solo con l’elettricit­à: nel 1898 Miller Reese Hutchison inventò l’Akouphone, che in sostanza sfruttava la tecnologia dei microfoni e del telefono per amplificar­e i suoni. La nuova sfida era quella

della miniaturiz­zazione, e già negli Anni 50 gli apparecchi più avanzati (e costosi) potevano essere montati sugli occhiali. E così arriviamo all’era attuale, quella digitale, dove gli apparecchi acustici

sono in realtà mini-computer capaci allo stesso tempo di riconoscer­e la musica e la voce umana e cancellare i rumori casuali di fondo. Inoltre sono dotati di connettivi­tà wireless, il che consente a chi li usa di collegarsi a dispositiv­i esterni come smartphone, impianti stereo e televisori. E così si è risolto anche il problema delle proteste dei vicini per il volume troppo alto!

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