Addio alla signora del teatro
Figlia di Vittorio, ha vissuto 55 anni di meravigliosa storia d’amore con Ugo Pagliai
Il mondo del teatro italiano piange una sua elegante protagonista: Paola Gassman ci ha lasciato la sera del 9 aprile a Roma dopo una lunga malattia, all’età di 78 anni. L’attrice, nata a Milano dal primo matrimonio di Vittorio Gassman con Nora Ricci, era sorella (per parte di padre) di Vittoria, Alessandro e Jacopo. Ha avuto una carriera costellata di successi, tra cui spettacoli leggendari come “L’Orlando furioso” con la regia di Luca Ronconi, e produzioni come “La cucina” di Wesker e “Spettri” di Ibsen. E “Cesare o nessuno”, dove venne diretta da suo papà. Lascia due figli, Simona e Tommaso, e il suo grande amore: Ugo Pagliai. Lei e l’attore hanno vissuto mezzo secolo l’una accanto all’altro, felicemente. «55, forse 56 anni» ha ricordato lui al “Corriere della Sera”, devastato dal dolore, compagno di vita e di scena. Insieme hanno portato sul palco tanti classici, da Pirandello a Goldoni e Shakespeare. «Ci siamo voluti bene in una maniera
completa: abbiamo lavorato insieme, abbiamo fatto vacanze al mare, in montagna, in campagna, sempre insieme... Ci legava non solo uno sconfinato amore, un forte calore, ma anche una sconfinata stima reciproca» racconta l’attore. Galeotta per la coppia fu l’Accademia d’arte drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, frequentata da entrambi e dove lei si diplomò nel 1968. «Paola era molto più giovane di me» ricorda Pagliai. «Era venuta in Accademia per vedere il saggio di quello che sarebbe diventato il suo primo marito, Luciano Virgilio. Era tanto bella e l’avevo adocchiata». Il matrimonio di Paola dura poco. Ma, dopo qualche tempo, il destino le fa incontrare di nuovo Ugo. E i due non si sono più lasciati. «Non ci siamo mai sposati, forse per scaramanzia. Ce lo siamo detto tante volte, ma lei aveva già fatto questa esperienza, mentre io mi sono sposato con i personaggi che ho interpretato» spiega lui. Nel 2022 Paola e Ugo avevano recitato nei panni di Romeo e Giulietta. «Innamorati lo siamo stati davvero e ci siamo divertiti» si commuove Pagliai. «Un gioco spassoso, il nostro. Quando si arrabbiava, lei mi ripeteva: sei il mio pungiball, ma non ti metterò mai kappaò». Del male che ha condannato la sua Paola, Pagliai dice: «I medici parlavano di un tumore, forse di un ictus, forse era tutto insieme. Ho qualche senso di colpa, avrei dovuto obbligarla a procedere con le analisi, ma non l’ho fatto per rispettare la sua volontà». Poi, con dolcezza, confida le ultime parole che si sono scambiati e che conserverà per sempre nel cuore: «Le dissi: “Ti voglio bene”. Lei mi ha risposto solo: “Ugo”. Ma in quell’Ugo c’è tutta la nostra storia insieme». ■