TV Sorrisi e Canzoni

IL DERBY CLUB

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succedendo nulla di buono. Una sera ci vede Cino Tortorella, il Mago Zurlì, al ristorante dove ci esibiamo per pagarci la cena e ci dice: “Dovete andare al Derby! Vi ci porto io!”. Arriviamo a Milano e già di fronte al locale ce la facciamo sotto: il cartellone recita “Cochi e Renato, Enzo Jannacci, Paolo Villaggio”… Comunque entriamo, un gruppo di ragazzotti con “la provincia” stampata in faccia. Cino vede che Bongiovann­i è perplesso e si gioca tutta la sua credibilit­à: “Te lo dico io: dagli 10 minuti sul palcosceni­co e vedrai!”. Si compie il miracolo: i 10 minuti diventano un’ora e rimaniamo lì. Nel vero senso della parola: praticamen­te ci vivevamo, senza vedere la luce del giorno. E proprio al Derby è nato il mio primo tormentone. Facevamo uno sketch su un quiz televisivo in cui io ero il concorrent­e tormentato dal conduttore Umberto (Smaila, ndr); una sera Umberto continuava a chiedermi se avessi studiato, e io mi sono finalmente lasciato andare con un “hoooo studiato!”: venne giù il Derby dalle risate».

FABIO CONCATO (70) Il “terrunciel­lo”

«Ho lavorato al Derby dal 1972 fino al 1975 o 1976, in un trio chiamato “I Mormoranti”, con Giorgio Porcaro e Bruno Graceffa: Gianfranco Funari ci faceva da regista. Era una palestra, nel senso che dovevi imparare a esibirti col pubblico a 20 centimetri, e magari partiva anche il tappo di champagne e dovevi scansarti. In quel periodo Porcaro e io ci siamo inventati il personaggi­o del “terrunciel­lo”. Era ispirato al modo di parlare di una donna che veniva a servizio a casa mia, una signora pugliese chiamata Maria. Parlava proprio così: “Fabbio, ci ho mess’ una bella buttiglia d’acqua in frico pecché sso che ci piace”… Abbiamo cominciato a imitarla anche quando andavamo al bar, e la gente che ci sentiva non sapeva se ridere o piangere. Enzo Jannacci decise che il “terrunciel­lo” poteva farlo non solo Giorgio, ma anche Diego Abatantuon­o. Poi Diego è venuto fuori di più, anche perché aveva una fisicità che si prestava meglio. Però Giorgio, purtroppo, ne fece una malattia».

ENRICO BERUSCHI (82) Il Biscottino

«Mi chiamavano Biscottino, perché io, prima di dedicarmi allo spettacolo, ero capouffici­o in un’azienda dolciaria. Al Derby all’inizio ci andavo come spettatore e mi piaceva moltissimo. C’è anche il fatto curioso che conoscevo bene Cochi e Renato perché eravamo stati compagni di scuola… Una sera d’estate del 1972 ero un po’ giù di morale perché non avevo avuto un aumento che pensavo di meritare e decisi di non andare subito a casa, ma mi fermai al locale. Scesi le scale e nel foyer mi fermò Walter Valdi (un mito!) che in milanese mi disse: “Uè, te con quella faccia lì! Dicono che fai ridere: una sera te provet, provi ad andare sul palco!”. Andò bene: mi ricordo che tra gli applausi ci misi cinque minuti solo per dire “buonasera” e poi raccontai tre barzellett­e. Oh, per uno che ce la faceva, 99 scompariva­no! Per un paio d’anni mi sono esibito sapendo che alla mattina la mia sveglia avrebbe suonato alle 7 per andare in azienda, e così non ho vissuto la follia delle notti dopo lo spettacolo, quando gli artisti andavano a mangiare alle 5 o alle 6. Quando ho potuto farlo, ho scoperto che era un’abitudine bellissima». ■

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“REPELLENTI” MA DIVERTENTI Uno spettacolo del cosiddetto Gruppo Repellente, un insieme di cabarettis­ti del Derby che si formò alla fine degli Anni 70.
MAURO DI FRANCESCO (72)
GIORGIO PORCARO
DIEGO ABATANTUON­O
MASSIMO BOLDI (1950-2014) “REPELLENTI” MA DIVERTENTI Uno spettacolo del cosiddetto Gruppo Repellente, un insieme di cabarettis­ti del Derby che si formò alla fine degli Anni 70. MAURO DI FRANCESCO (72) GIORGIO PORCARO DIEGO ABATANTUON­O
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OGGI DELL’INGRESSO DEL DERBY CLUB
DELLA E, SOTTO, PALAZZINA A CUI “ANNESSO”: I ERA LOCALI FANNO PARTE DEL CENTRO SOCIALE
“IL CANTIERE”, IN ZONA SAN SIRO
A MILANO
IMMAGINI DI OGGI DELL’INGRESSO DEL DERBY CLUB DELLA E, SOTTO, PALAZZINA A CUI “ANNESSO”: I ERA LOCALI FANNO PARTE DEL CENTRO SOCIALE “IL CANTIERE”, IN ZONA SAN SIRO A MILANO

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