EURO VISION ORA TOCCA A ME!
ANGELINA MANGO è pronta per la finale: «Mi preparo correndo tanto e... cucinando ravioli»
Quando ho bisogno di un supporto la famiglia c’è sempre. Non si tirano mai indietro
Quando le abbiamo chiesto con quale mezzo di trasporto sarebbe andata in Svezia a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest, Angelina Mango ha risposto: «Con i pattini a rotelle!». Se stesse scherzando o meno non è dato sapere. Ma Angelina è una persona di incredibile determinazione e quindi eccola qui, alla vigilia della finale di Malmö, in programma sabato 11 maggio (diretta su Rai1), con le ruote sotto i piedi.
Angelina, torniamo a Sanremo, dove hai vinto con “La noia”. Com’è stato il post-Festival?
«Un frullatore, ma sono contenta di come lo sto vivendo. Ho tante persone intorno che mi tengono con i piedi per terra, dal mio team alla famiglia».
L’istante del Festival che ti porterai per sempre nel cuore?
«Il momento in cui ho finito di cantare la prima sera: è stato lo strappo di un cerotto. Avevo paura di viverlo male, e invece mi sono divertita. Mi aspettavo grandi emozioni da Sanremo, ma non certo di divertirmi così tanto».
E poi c’è stata la serata delle cover in cui hai cantato “La rondine”, un brano che grazie a te è stato riscoperto.
«Sono grata alla mia famiglia per avermi dato fiducia. Non era facile, avevo paura. Ma penso di aver fatto la cosa giusta. E lo dimostra l’amore che la canzone ha ricevuto».
Parli spesso del supporto che ti dà la famiglia.
«Loro ci sono sempre quando ho bisogno, capita di avere un momento di dubbio, o un calo di energie. Non si tirano mai indietro».
Con tuo fratello Filippo, con cui collabori spesso, hai un rapporto speciale.
«È grazie a lui se scrivo canzoni, è lui che mi ha insegnato come si fa. Si segue sempre l’esempio del fratello maggiore: vedendo lui che faceva musica, per me è stato inevitabile».
ti dà mai dei consigli artistici, vista la sua carriera nella musica?
«No, lei entra sempre in punta di piedi nel mio ambito lavorativo. Piuttosto mi scrive cose tipo: non prendere freddo, non farti male… non cadere dai pattini (ride)».
Con Maria De Filippi, che ti ha lanciato ad “Amici”, vi sentite?
«Abbiamo mantenuto un bel rapporto, per me è importante: quando qualcuno che stimi così tanto ti sostiene, ha un altro valore. Anche se è impegnatissima, riesce a trovare del tempo per pensare a me e mandarmi un messaggio».
Abiti da tanti anni a Milano con la tua famiglia, ma ora vivi da sola.
«Sì, con il mio fidanzato Antonio, nella zona dei Navigli».
Vivi la città o sei “casalinga”?
«Visto che non riesco mai a stare ferma, quando mi capita mi piace dedicarmi alla casa. È importante prendersi cura del proprio spazio vitale».
Qual è la cosa che ti piace fare di più in casa?
«Cucinare».
La tua specialità?
«I ravioli».
Ma fai proprio tu la pasta?
«Certo! L’altro giorno ho fatto pure i ravioli cinesi».
E hai anche un gatto.
«Sì, Cesare, ma non vive con me…».
Come mai?
«Ha deciso di stare con mia madre, non mi vede come la sua padrona, più come una conoscente… anzi, non mi vede proprio! Sulla carta è mio, ma non l’ho conquistato (sorride)».
E quando esci?
«Cammino tanto, mi piace girare per Milano senza Google Maps, chiudere il telefono, perdermi, ritrovarmi lontanissimo e dover fare chilometri per tornare a casa, guardare le persone».
E se ti riconoscono?
«Ho proprio la mania di andare nei posti affollati e salutare la gente (ride)».
Quindi se esci non ti “mascheri” come fanno alcuni artisti.
«Beh, se sono le 8 di mattina e sto correndo tutta struccata, magari tengo gli occhiali da sole… Però ogni tanto cerco quel tipo di contatto, di affetto».
E le persone come rispondono?
«Mi danno tanto amore, è come una ricarica. L’energia che ricevo sul palco la cerco anche per strada».
A proposito di palco, durante il tuo concerto al Fabrique di Milano il 17 aprile hai visto un pubblico diverso rispetto a quello che ti seguiva prima di Sanremo?
«A parte la quantità (sorride), era più eterogeneo. Mi piace che la mia musica ora arrivi a ogni tipo di persona».
E hai annunciato l’album “Poké melodrama”, in
uscita il 31 maggio. In che modo ci stupirai?
«Preferisco non stupire troppo, ma essere trasparente. Questo è un disco coerente con la mia personalità».
Veniamo finalmente all’Eurovision, un posto dove “La noia” non esiste... Come ti stai preparando?
«Intanto ho iniziato a correre, quasi tutti i giorni, e già vuol dire tanto».
Quanto corri?
«Cinque o sei chilometri. Mi preparo a quello che farò sul palco».
Dove non sarai sola.
«Ci saranno cinque ballerine, ragazze gentili ma dalla personalità forte, coreografate da Mecnun Giasar (artista internazionale che ha lavorato con Madonna e Rosalía, ndr), un genio».
Com’è stato l’approccio con lui?
«Dal primo incontro in studio abbiamo capito subito che si poteva lavorare in modo scorrevole. Collaborare con persone dolci rende tutto facile».
Tu sei una cantante, come ti trovi a preparare una coreografia?
«Non mi faccio mai aspettative o film mentali autodistruttivi (ride) altrimenti parto con lo spirito sbagliato. Mi sono presentata come un foglio bianco. Tutte le paure che si hanno si tolgono lavorando. È come per gli esami: più ti prepari, più sei tranquillo».
E mentalmente?
«Sto accumulando più amore possibile, più “piedi per terra” possibili. Sarò lontana da casa, rischio di essere distratta da un mondo così gigante».
Ti accompagna un bel team rodato
(Marta Donà, manager di Angelina, ha già portato all’Eurovision Marco Mengoni per due volte, i Måneskin e Francesca Michielin),
sei fortunata.
«Vivere questa esperienza con loro mi mette a mio agio, potrei andare in giro con gli occhi chiusi».
Hai dovuto tagliare il brano a causa del regolamento.
«Non è stato traumatico, le cose importanti di
“La noia” sono l’umanità che traspare e l’energia, non erano racchiuse in sette o otto secondi».
Hai già girato mezza Europa esibendoti per i fan dell’Eurovision.
«All’inizio avevo paura, ma poi ho sentito che conoscevano a memoria la canzone. E non solo le parti più semplici, anche le strofe! È stato assurdo. Ho trovato un’accoglienza e un calore incredibili. Le prime interviste in inglese erano impegnative, alcune cose non le capivo ma per non risultare ignorante rispondevo lo stesso
(ride) e alla fine ci si comprendeva».
Hai conosciuto i cantanti delle altre nazioni?
«Sono tutti simpatici! Io cerco di non dare peso alla competizione: vedo questa occasione come un Festival che unisce culture e nazioni, non penso tanto alla gara, mi pare che vada in
contrasto con la musica».
Però sei tra le favorite... Ti pesa o ti sprona?
«Mi pesa solo a livello scaramantico, devo dire la verità: i peperoncini me li porto, nel dubbio... Però mi fa piacere. Se all’estero vedono qualcosa di buono in me, pur non conoscendo bene il mio passato e la storia della mia famiglia, è ancora più gratificante».
Quella dell’Eurovision è una settimana molto intensa, di prove su prove. Ti stimola o ti spaventa?
«No, mi piace! Prima di un evento così importante, non devo stare ferma a pensare nemmeno 10 minuti. Devo avere sempre qualcosa da fare».
Se hai dei momenti morti, puoi metterti a fare i ravioli.
«Mi porto la vaporiera!».