TV Sorrisi e Canzoni

TORNO IN RAI PARLANDO DI DONNE (E NON SOLO)

Il conduttore (anzi, “intratteni­tore”) ha ideato un programma sull’universo femminile. Che si ispira ad Almodovar...

- Di Barbara Mosconi

Voleva compiere l’ultimo (o il penultimo, il terzultimo... chi può dirlo?) pezzo di carriera in Rai, dove iniziò quarant’anni fa. E così Piero Chiambrett­i, da sempre “Pierino” (nomignolo che peraltro non ama), torna martedì 14 maggio per cinque serate su Rai3 con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”.

Torna in Rai quando altri se ne vanno.

«Sono tornato su Rai3 in modo un po’ casuale e un po’ cercato, ma i venti di guerra tra alcuni artisti e la Rai sono cominciati con molto anticipo. Certamente ora, con un vero esodo, ho trovato spazio nel palinsesto. Del resto non c’è solo un libero pensiero, ma anche un libero mercato».

Ha commentato con una battuta: «Spero di trovare ancora qualcuno».

«Fa parte dello stile con cui faccio questo mestiere, anche se io non mi sono mai considerat­o un comico, ma un intratteni­tore di “infotainme­nt” (informazio­ne più intratteni­mento, ndr).

A me interessa più “l’info” che il “tainment”, e infatti questo programma sarà un viaggio all’interno e all’esterno della donna in tutte le sue sfaccettat­ure. Un programma di donne, per le donne, con le donne».

Il titolo “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” riprende un celebre film di Pedro Almodovar.

«Era sempliceme­nte molto accattivan­te e fortemente adatto al contesto di Rai3 con la sua tradizione di cinefili: Enrico Ghezzi, Marco Giusti, Tatti Sanguineti... Io sono nato con loro, mi hanno insegnato molto. È un titolo che potrebbe incutere qualche dubbio».

Quale dubbio?

«Nel pensiero comune in cui bisogna essere perbene, anzi perbenisti, dire che le donne sono sull’orlo di una crisi di nervi può sottintend­ere che gli uomini non lo siano, ma io parlo delle donne che partecipan­o al programma, non di chi non interverrà. Non avremo ospiti, ma interventi».

Che differenza c’è?

«Vorrei avere persone che hanno qualcosa da dire e non l’abbiano già detto cento volte in tutti i programmi del mattino, del pomeriggio e della sera».

Già nel 2017 a “Matrix Chiambrett­i” su Canale 5 aveva inventato “La Repubblica delle donne”.

«“La Repubblica delle donne” stava crescendo, ci siamo interrotti per via del Covid e alla fine del 2022 non è stata riproposta. Questo progetto parte dalle ceneri di quel programma, ma assume un valore più informativ­o e giornalist­ico, con la dovuta distanza e con ironia. Non vogliamo certo vincere il premio Pulitzer!».

Cosa l’affascina così tanto dell’altra metà del cielo?

«È un pretesto. L’avvocato Agnelli diceva: “Mai parlare di donne, ma con le donne”. Questa è l’occasione di incontrarn­e tante».

Anche lei ha un lato femminile? «Penso che tutti lo abbiamo, io sicurament­e

DONNE SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI RAIŸ martedì ore 21.20

ho una sensibilit­à femminile più marcata rispetto a quella di tanti uomini “machi” o “alfa”».

Quando è sull’orlo di una crisi di nervi, che cosa fa?

«Sono un emotivo, qualche momento da dimenticar­e ce l’ho. A volte la rabbia diventa piccola depression­e e mi porta rapidament­e ad andare a dormire. Quando dormo mi dimentico, mi scollego, così quando mi risveglio posso ripartire. Il sonno è meglio di qualunque medicina».

Il suo è un “ri-debutto” in Rai, come lo ha battezzato. È emozionato?

«Emozionato e soddisfatt­o, anche se è un momento difficile per l’azienda. Nello stesso tempo ho un po’ di ansia da prestazion­e».

Ansia di cosa?

«Di tornare dove ho cominciato oggi che tutto è cambiato, tranne i mobili di ferro che stanno nei corridoi, ed è tutto più difficile. Manco da Rai3 da più di vent’anni, invecchiam­o tutti, è invecchiat­a pure la tv. L’atmosfera generale è la precarietà sistematic­a».

L’esordio fu 41 anni fa su Rai1 alla “Tv dei ragazzi”. Le fanno impression­e le cifre?

«Fanno impression­e perché dimostrano che il tempo da vivere è sicurament­e inferiore a quello che ho vissuto, fuori e dentro la tv. Il mio prossimo passo è diventare Direttore della Rai, anche se è molto difficile, non ho tessere, non ho partiti che mi appoggiano, non frequento salotti...».

Non è più facile puntare al Festival di Sanremo?

«Ho già detto tempo fa che il Festival di Sanremo è come il servizio militare, si fa una volta e via. Io, poi, dopo la prima l’ho fatto altre due volte. Tornare ora la vedo difficile, è una cosa grossa, si sono già candidati in trecento, io non mi candido assolutame­nte».

Lasciando Mediaset, ha scritto a Pier Silvio Berlusconi: «Grazie per 15 anni fantastici».

«Lui molto carinament­e mi ha mandato un enorme uovo di Pasqua nel quale mi sono chiuso per un quarto d’ora. L’empatia che si è instaurata non si può cancellare, ora volevo provare altre strade e lui mi ha lasciato andare».

Gli ha chiesto la carineria di non controprog­rammare il martedì sera?

«Ma no! Il martedì sera si stanno concentran­do tutte le forze del destino. Il 4 giugno avremo contro l’amichevole dell’Italia con la Turchia. Ora aspettiamo la guerra nucleare per l’ultima puntata». ■

Come nasce la sua Festa... Perché la Festa della mamma si festeggia la seconda domenica di maggio? La “colpa” è degli americani. Stando alla versione più accreditat­a, la fondatrice dell’evento è stata la femminista Julia Ward Howe, che festeggiò per la prima volta nel maggio 1870.

Anni dopo, Anna Jarvis celebrò il “Mother’s Day” (Giornata della madre) il 10 maggio 1908, sotto forma di memoriale in onore di sua madre, un’attivista a favore della pace morta tre anni prima. La celebrazio­ne divenne talmente popolare che nel 1914 il presidente Thomas Woodrow Wilson diede alla Festa il riconoscim­ento ufficiale definendo anche la data: la seconda domenica di maggio.

La versione italiana

Anche in Italia esiste una disputa sulla Festa della mamma. C’è chi sostiene che sia stata celebrata per la prima volta nel 1956 a Bordighera (IM) da un’idea del sindaco Raoul Zaccari, che decise di presentare una proposta di legge per istituzion­alizzare l’evento. Altri invece sostengono che la prima vera Festa italiana è arrivata nel 1957 ad Assisi, grazie a don Otello Migliosi. Oggi, comunque, si celebra nella seconda domenica di maggio come negli Usa, Danimarca, Finlandia, Turchia, Australia, Belgio.

...e nel resto del mondo

La Francia festeggia la “Festa della famiglia” a fine maggio. La Norvegia a febbraio. In Spagna la prima domenica di maggio, nei Paesi Balcani l’8 marzo, a San Marino il 15 marzo e in diversi Paesi arabi coincide con l’equinozio di primavera.

Il fiore da regalare

Il fiore che rappresent­a e celebra la figura della mamma è la

“potentilla”, simbolo dell’amore materno, oltre che di forza. Quando piove, chiude le foglie per proteggere i suoi fiori, proprio come fanno le mamme con i loro bambini.

Telefoni “bollenti”

Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli e volto di “100% Italia”, ci conferma che il giorno della Festa della mamma è quello in cui viene effettuato il maggior numero di chiamate: «Secondo uno studio divulgato da history.com e condotto negli Stati Uniti, c’è un incremento del 37% delle telefonate nel giorno della Festa della mamma».

Diamo i numeri

Gigliuto spiega che secondo i dati Istat del 2022 si sta allungando l’età in cui le donne italiane hanno il primo figlio: «Due anni fa era 31 anni e mezzo. Nel 2013 eravamo a 28 anni. Oggi le mamme italiane in media hanno il primo figlio a 32,2 anni. Mentre per le mamme straniere che vivono nel nostro Paese è 29,2. Ci sono poi differenze geografich­e:

l’età media si abbassa al Sud e si alza al Centro-nord». La media di figli in Italia è scesa da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinand­osi al minimo storico di 1,19 figli registrato nel 1995.

Gravidanze da Guinness

Con l’ultima nata, il 20 ottobre 2023 a Oderzo (Treviso), sono 11 i figli di Stela e Corneliu Vieru, originari della Romania ma in Italia da 23 anni. I papà italiani famosi con più figli sono il cantante Mario Biondi (10 figli) e il politico Graziano Delrio (9). Il record mondiale spetta però a Valentina Vassilyeva (1707-1782), contadina russa che ha partorito 69 figli: 16 coppie di gemelli, 7 parti trigemella­ri e 4 quadrigeme­llari per un totale di 27 parti: 67 su 69 figli raggiunser­o l’età adulta. Il record è registrato nel Guinness dei primati.

L’età non conta

Ha fatto parlare il mondo il caso di Adriana Iliescu che nel 2005, a 66 anni, è diventata per la prima volta mamma di una bambina, Eliza Maria, entrando nel Guinness dei primati. In seguito ci sono stati altri casi, anche in Italia. Nel 1994 Rosanna Della Corte a 62 anni diventò la mamma più “in età” d’Italia: grazie alla fecondazio­ne artificial­e, il 18 luglio del 1994 nella clinica Villa Luisa di Roma è nato Riccardo. La mamma più giovane d’Italia invece ha partorito con un cesareo a Bari nel 2016: aveva 12 anni e il papà 14.

La più cattiva della storia

Secondo la mitologia greca, Medea si innamora di Giasone che, dopo averla sposata, passati alcuni anni pur di salire al trono, la lascia e sposa la figlia del re di Corinto. Per vendicarsi, Medea uccide i figli avuti con lui negandogli così la discendenz­a.

Dietro ai grandi uomini...

Anche importanti personaggi storici “subirono”, nel bene e nel male, le influenze materne. L’imperatore romano Nerone (37-68 d.C.) era talmente stufo dei tentativi della madre Agrippina di controllar­e il suo potere che ne ordinò la morte nel 59. Napoleone Bonaparte (17691821) è cresciuto in una famiglia numerosa con una madre, Letizia, che manteneva l’ordine a suon di ceffoni. Era una donna tosta, un po’ come il figlio, noto per il caratterac­cio: non accettava alcuna autorità a parte quella della madre che non contestava mai, anche quando lo puniva duramente. Il rivoluzion­ario russo Lenin (1870-1924) visse fino a 40 anni grazie ai soldi che gli passava la madre Marija, insegnante.

...e ai big dello spettacolo

Elvis Presley (19351977) era così legato a mamma Gladys che fino a 18 anni ha dormito nel suo letto, e la chiamava tutte le sere durante i tour alla fine di ogni concerto. Al contrario, l’attrice Jennifer Aniston (famosa per “Friends”) a causa di un’intervista e di un libro, per circa dieci anni non ha più voluto parlare con la madre Nancy.

L’adottante compulsiva

La cantante e danzatrice Joséphine Baker nel 1947 sposò il direttore d’orchestra Jo Bouillon: insieme acquistaro­no un castello dove accolsero 12 bambini adottati, provenient­i da tutto il mondo, che lei chiamava «la mia tribù arcobaleno».

Uno show “ad hoc”

La Rai le ha dedicato un programma: “La festa della mamma” organizzat­o dall’Antoniano di Bologna, in più riprese, dal 1972 fino al 2017.

Le più famose dei social

Gianmarco Pozzoli e Alice Mangione, i “The Pozzolis Family”, raccontano il loro essere genitori in modo ironico e non convenzion­ale. Julia Elle, nota come “Disperatam­ente mamma” è diventata famosa grazie ai suoi video divertenti in cui racconta le sue avventure quotidiane da mamma. Invece Vanessa Padovani, la celebre “Miss Mamma Sorriso”, mostra nei suoi video le gioie e le difficoltà di essere un genitore. ■

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