L’avventura dei gatti paracadutisti
SETTANT’ANNI FA il cielo sull’isola del Borneo cominciò a popolarsi di gatti paracadutisti. Che cos’era successo? La storia comincia negli Anni 50 del secolo scorso. L’isola era infestata dalla zanzara anofele ed era molto diffusa la principale malattia trasmessa da questo insetto, cioè la malaria. Gli inglesi, che governavano l’isola, decisero di intervenire spruzzando un insetticida chiamato “Ddt”. Tuttavia, poco tempo dopo l’irrorazione, molti tetti delle case crollarono. Non essendo selettivo, il Ddt aveva ucciso una vespa “nemica” dei bruchi del bambù i quali, di conseguenza, erano aumentati di numero e avevano divorato il loro cibo preferito: il bambù, che è pure il principale materiale costruttivo dell’isola. In pratica, le case erano state divorate dai bruchi. I guai continuarono: dopo altri tre mesi scoppiò un’epidemia di tifo. E stavolta cosa era successo?
Protetti dalle foglie della loro pianta preferita, i bruchi avevano assunto una dose moderata di Ddt che non aveva frenato la loro capacità riproduttiva e quindi erano diventati preda dei gechi. I quali, però, avendo mangiato centinaia di bruchi avevano assunto, inconsapevolmente, una dose talmente elevata di Ddt da rincitrullirli. Ecco perché se ne stavano fermi immobili alla mercé del loro nemico: il gatto. A questo punto, i gatti iniziarono a morire uno dopo l’altro. Senza i gatti, i topi ballarono e con loro ballarono pure le pulci che diffusero il tifo alla popolazione.
Per ristabilire l’equilibrio gli inglesi si recarono in India e raccolsero più felini possibili e li distribuirono nell’isola tramite una cassetta, provvista di paracadute, in grado di aprirsi appena toccata terra. E fu così che il 22 gennaio del 1953 scattò la “Operation Cat Drop” in cui 14 mila gatti vennero lanciati nel cielo sempre azzurro del Borneo.
* Gianumberto Accinelli è uno scrittore e professore di scienze del Liceo scientifico “Manzoni” di Bologna.