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I primi ferri da stiro erano pesantissi­mi (e molto preziosi)

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SENZA DI LUI

le cose prendono una brutta piega. Per fortuna che c’è il ferro da stiro a garantirci abiti lisci e impeccabil­i. Oggi ne esistono di sofisticat­issimi e un buon modello profession­ale può costare anche più di 1.500 euro. Ma già nell’antichità ci si arrangiava con mezzi più semplici. Gli egizi, per esempio, utilizzava­no pietre lisce e pesanti per appiattire (a freddo) i tessuti. I romani, piastre di bronzo incandesce­nti. E i cinesi nel 200 dopo Cristo avevano messo a punto

un recipiente di bronzo provvisto di manico che conteneva braci roventi.

Il sistema rimase praticamen­te lo stesso sino all’avvento dell’elettricit­à, ma cambiavano forme e materiali. Il manico poteva essere in legno (come nella foto) o addirittur­a in prezioso avorio, e per la base si passò dal bronzo al ferro.

I vecchi strumenti erano però pesantissi­mi

(intorno ai sette chili), costosi e poco maneggevol­i. Il ferro “moderno” sarebbe nato nel 1738, quando Isaac Wilkinson lo produsse in serie e aggiunse un soffietto al recipiente in cui veniva inserito il carbone, per mantenerlo caldo più a lungo. Nel

1882 arrivò il primo ferro da stiro a elettricit­à, brevettato dall’americano Henry Seely White. Poi fu la volta del primo ferro a vapore (1926) e di quelli con serbatoio, dagli Anni 70. Oggi i ferri più sofisticat­i sono “intelligen­ti”, grazie a sensori che regolano automatica­mente la temperatur­a e i getti di vapore. Però non dovremmo più chiamarlo “ferro” da stiro, perché ormai il ferro è praticamen­te scomparso dalle piastre ed è stato

sostituito da altri materiali: acciaio, titanio e alluminio.

Anche se “alluminio da stiro”, in effetti, suonerebbe un po’ strano...

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