GENITORI, DEPONETE LE ARMI
Con tutte le notizie di guerre, uccisioni e stragi, ci mancavano le risse tra madri e padri a una partita di «pulcini». È successo a Padova, ma le radici della violenza possono affondare in ognuno di noi
iorni fa è apparso su un quotidiano un trafiletto sommerso da titoloni di uccisioni, guerre, stragi, interventi militari, bombardamenti e interventismi: a Camin, una frazione di Padova, durante un torneo di calcio amichevole tra i « pulcini » (cioè classe 2005) della Caminese e dell’Union Cadoneghe, è nata una violenta rissa fra genitori scatenata da una presunta azione fallosa fra due bambini. Uno è fnito a terra, suo padre ha lamentato la durezza del la madre dell’altro l’ha rimbrottato e, come capita anche con le ciliegie, un insulto tira l’altro, uno spintone e uno schiafo pure, per non parlare dei pugni a più non posso, con intervento dei Carabinieri al suono di «arrivano i nostri». Tutto, ovviamente, sotto gli
Gocchi dei bambini, molti dei quali, ovviamente, sono scoppiati a piangere. Inutile star qui a sottolineare quanto «male» sia stato loro fatto perché lo capirebbe pure un armadillo. Inutile anche la solita pappardella del valore e del signifcato dello sport, perché neanche molti tifosi, allenatori e giocatori della serie A se lo ricordano più. Che fare, allora? Consigliare a certi fragili genitori particolarmente «emotivi» di astenersi dall’assistere alle partite dei fgli? Augurare a quei bambini di non rimanere contagiati dalla violenza che dorme dentro i loro parenti? In ogni caso, non farebbe male a nessuno ri-leggere qualche testo di Tiziano Terzani, a cui la guerra non piaceva mai perché era un uomo di pace, la quale se «non è dentro di noi non sarà mai da nessuna parte».
In Quello che so sullÕamore di Gabriele Muccino Gerard Butler allena la squadra di calcio del figlio.