Vanity Fair (Italy)

Dimmelo, che NON MI AMI PIÙ

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o me lo taglio!»), ci sono state confdenze, pranzi con i rispettivi genitori, scambi dei rispettivi disastri, c’è stata la certezza di averlo messo in scacco matto una volta per tutte, il dolore dei bambini che sono stati, ci sono stati due fgli, il sogno di una casa in campagna. Finché forse è cambiata lei. Forse non è cambiato lui. Fatto sta che sono arrivate parole che non sarebbero dovute arrivare. Non sono arrivate parole che sarebbe stato giusto trovare. Sono arrivati i corpi di altre donne, gli sguardi di altri uomini. E adesso fra loro resta solo il tavolo di un ristorante. Dimmelo. Non è solo Gaetano a chiederlo a Delia, in quella cena che forse sarà l’ultima, forse la prima, forse le due cose insieme. Dimmelo. Lo chiediamo tutti, se la vita ci porta al capolinea di quel tavolo, alla nostra Delia o al nostro Gaetano. Dimmelo che non mi ami più. Perché se tu me lo dici, magari sarà più facile anche per me ammetterlo: non ti amo più. Dimmi che è fnita. Ma soprattutt­o dimmi che, anche se è fnita, io e te sopravvivr­emo, ricordami che lo stiamo già facendo. Dimmi che nonostante quello che c’è stato fra noi, proprio per quello che c’è stato fra noi, mi sarà possibile amare di nuovo, ti sarà possibile farlo, addirittur­a probabilme­nte a uno di noi due sta già succedendo. Dimmelo: liberami dal terrore che se ho fallito con te fallirò ancora, fallirò sempre. Ringraziam­i per quello che c’è stato: perché io ti ringrazio. Prendimi la mano e fammi capire che non è solo una disgrazia incontrare uno come me, è anche un’avventura: perché incontrare te lo è, è più di ogni altra cosa un’avventura, sai? Lo sai? Fra noi è sempliceme­nte andata così, perché le cose a volte lo fanno: fniscono. Ma questo non signifca che abbiamo fallito. Questo non toglie niente alla certezza di averci provato. Quindi, amore mio, anche se ora sto piangendo, anche se a dirti quella cosa non ci riuscirò mai, e forse è proprio per questo che aspetto sia tu a dirla a me: amore mio, ascoltami. Sei una persona bella, bufa, originale, hai gli occhi che brillano, hai una schiena così arrapante. Non somigli per niente al pupazzo gonfo di rancore, alla strega impaurita dell’ultimo anno: io lo so, tu lo sai? Sappilo e sii sicuro della meraviglia che sei. Vai per il mondo e portaci con te. Perdonami, perdonati. E innamorati almeno un’altra volta, ti prego: perché altrimenti no. Non avrà davvero senso, nessunissi­mo senso, questa nostra cena d’addio. Riccardo Scamarcio, 35 anni, e Jasmine Trinca, 33, in Nessuno

si salva da solo, Sul film, vedi anche

pag. 202.

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al cinema dal 5 marzo.

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