Vanity Fair (Italy)

NOI LITIGHIAMO VOI NO?

È bastata la foto di un diverbio a scatenare il gossip dell’estate: « Separati in casa». Invece, dice lei, chi si lascia è chi non discute. E TOMASO «È PER SEMPRE»

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MMichelle Hunziker ha cambiato passo. La ragazza della Tv dall’atteggiame­nto un po’ svampito, quella del «Ma ciao!», ha lasciato il posto a una donna matura che in due anni – con le maternità di Sole e Celeste, e il matrimonio con Tomaso Trussardi – ha rivoluzion­ato la propria vita. Anche il sorriso, quando le scappa, ora è più genuino. Se per la primogenit­a Aurora Ramazzotti, ormai maggiorenn­e, Michelle è stata una mamma- sorella, con le altre bambine, che qui per la prima volta lascia fotografar­e, ha un piglio da educatrice svizzera. E, seduta a gambe incrociate sulla poltrona di pelle, come un capo indiano, non ci prova neanche a cambiare discorso quando a»rontiamo la presunta crisi di famiglia di cui hanno scritto i giornali. Ogni tanto, nella dépendance della villa con piscina presa in aÂtto per l’estate a Pietrasant­a, irrompe Tomaso. Coccola Celeste, controlla Sole, si ferma e dice la sua: «Ho imparato che il manager bravo è quello che risolve i problemi, ma il manager che dura più a lungo è quello che li crea. Perché può accendere e spegnere l’incendio a suo piacimento. Ecco come si comporta con noi la stampa rosa».

Michelle, è così?

«Siamo in estate, cosa c’è di meglio che raccontare di un amore ¬nito? Non faccio la sportiva, perché la verità è che il callo a queste cose non lo fai mai. Ma bisogna considerar­e che esiste un ciclo del gossip, e che fa sempre lo stesso giro».

In che senso?

«Parte con “È scoppiata la passione tra…”, prosegue con “E adesso un ¬glio”, poi “Profumo di ¬ori d’arancio”, e dopo “Il nuovo nido d’amore”. Improvvisa­mente arriva “È già aria di crisi”. Nessun personaggi­o è immune da questo trattament­o».

Fa male?

«Può far male. In passato ho so»erto. Da 18 anni vivo così e ancora mi dà fastidio. Tomaso se la prende più di me. Ma è anche comprensib­ile che le cose girino così. Sai che palle la famiglia felice? La storia va movimentat­a. In ogni modo, purtroppo».

La o endono le chiacchier­e?

«C’è tanto amore, e tanto lavoro, dietro a una famiglia. Quando si usano certe parole nei confronti di una coppia con due bambine piccole, bisognereb­be avere, se non rispetto delle persone, almeno le informazio­ni giuste. Altrimenti si getta fango sulla vita degli altri. Gli amici ti chiamano per sapere se va tutto bene, al lavoro ti danno una pacca sulla spalla: non è il massimo doversi giusti¬care».

Vale la pena giusti carsi?

«Beh, sì: non accetto che si raccontino balle, e non lascio le cose in sospeso. Non voglio che neanche una gocciolina di veleno si insinui nella nostra casa».

Insomma, va tutto bene?

«Camminare insieme non signi¬ca che il cielo sopra sia sempre sereno. Ma se alla base c’è un progetto, come quello che stiamo portando avanti io e mio marito, si fanno parecchi chilometri».

Senza mai una buca?

«Che rapporto è quello in cui non ci si scontra? Sicurament­e è uno in cui non si vuole crescere davvero insieme. E se non costruisci qualcosa con la fatica, con l’impegno e con il confronto – anche duro – l’amore dei cuoricini non basta».

Per che cosa discutete?

«Cavolate. Le questioni importanti, quelle che ti spingono a ragionare e che magari ti fanno alzare la voce, le smaltiamo in poco. Ma gli spazi, la tolleranza, la condivisio­ne: sono quelle le vere discussion­i. Il test quotidiano».

Faccia un esempio. «Tomaso arriva a casa e vuole il sacchetto di patatine per rilassarsi. Se gliele prendo s’incazza perché dice che ingrassa per colpa mia. Non ci sono? “Non pensate mai a me”. Non parliamo dei biscotti Gentilini: guai se non ci sono, scatta la rissa».

Questa volta però tutto è partito dalle foto: vi hanno paparazzat­o in auto mentre litigate furiosamen­te.

«Avrebbero ricamato anche se avessimo avuto un’espression­e stanca in spiaggia. Noi viviamo così: al ristorante i camerieri ci ronzano intorno, per strada è una litania di autogra¬ e sel¬e. E io non dico mai di no. Ci tengo, è il mio lavoro. Che cosa dobbiamo fare, discutere a casa davanti alle bambine? Lo facciamo tappati in auto, come tante coppie».

Allora era una lite?

«Litigare è un lusso che si può permettere solo chi ha costruito qualcosa di profondo e solido. Se ti tieni dentro le cose e ignori i problemi, signi¬ca che non ami. Che sei pronto a veder crollare tutto per questioni su cui credi di poter sorvolare, invece restano solo sepolte in un angolino, dove si accumulano e tornano fuori in modo eclatante. Quanti tradimenti nascono così?».

State insieme da quattro anni. Come si evolve il rapporto?

«L’inizio è irripetibi­le. Tutto sembra incredibil­e. Poi emergono i nostri bagagli, belli e brutti. Ma io amo tutto di mio marito. E lui di me. Oggi ho molte più certezze: so di voler combattere per la mia famiglia. Prendo mio marito per mano sempre, perché non voglio fallire. Insieme possiamo superare tutto. Voglio morire con lui».

Ma la favola della coppia felice, con bambini splendidi, dà fastidio.

«Esiste un desiderio di immedesima­zione del pubblico con i personaggi. Si parte dal ¬sico: chili, cellulite, trucco. Poi, il ridicolo: le foto di una caduta, uno che si mette le dita nel naso o si sbrodola. Cosa c’è di più divertente che prendersi gioco di una famosa paparazzan­dola la mattina con i capelli in aria e le caccole negli occhi? Mi pare di sentire: “L’avevo detto che è come noi”. E mi va benissimo. Quello che non è sano invece togliere la speranza. Esistono anche le cose che funzionano».

Lei però viene da una famiglia di genitori separati. E il suo primo matrimonio è andato a rotoli.

«Mio padre è morto amando mia madre. Sono stati insieme 27 anni, erano una coppia stupenda. Poi lui ha avuto il problema dell’alcol, che non è riuscito a risolvere. Lei non si sentiva amata perché lui non riusciva a superare la sua dipendenza. Non hanno saputo combattere insieme. E per il resto della vita sono stati infelici. Che stupidi. Amarsi e stare lontani. Sono cose che non dimentichi».

La famiglia è il suo pallino. E l’associazio­ne Doppia Difesa, che ha fondato con l’avvocato Giulia Bongiorno, promuove un disegno di legge sugli abusi nelle relazioni familiari o di aŠdo. Ma ci sono state polemiche. Perché?

«Ormai parlare di stalking è normale: abbiamo fatto passi da gigante in quel campo. Adesso vogliamo aiutare quei genitori che subiscono una violenza da parte dell’ex coniuge, violenza che poi si riflette sui ¬gli. In Italia non abbiamo ancora nessun aiuto per chi si separa. Ci sono problemi di rabbia e rancore tra adulti di cui i bambini diventano ostaggio o mezzo di ricatto. È una cosa atroce».

Perché allora questa levata di scudi?

«Dicono che così proteggiam­o i padri aggressivi. Non è vero. Per dimostrare il disagio, devi sentire la verità dai bambini, li devi ascoltare. Se c’è un padre violento, la verità viene fuori. Così come accade con gli abusi sessuali».

Spieghi meglio.

«Succede che i genitori, presenze a cui ogni bambino teoricamen­te avrebbe diritto per crescere, si lascino. Scatta l’utopia dell’ afido congiunto. Ma uno dei due fa muro e carica il ¬glio contro l’altro. Un doppio trauma. Un bambino ha diritto ad avere due punti di riferiment­o a»ettivo, i loro problemi non lo devono riguardare. Se ci fosse una sanzione, chi si comporta così ci penserebbe su prima di non far vedere il bambino al marito o alla moglie».

Due glie, le nozze, la pausa dal lavoro. Certo che la vita le è cambiata in fretta.

«A settembre torno con Striscia la notizia. Un break l’avrei fatto comunque, anche senza maternità. Volevo ricrearmi una famiglia. Aurora è grande, va via di casa. Le starò sempre dietro, siamo cresciute insieme, ma se avessi avuto solo lei ora vivrei una piccola crisi, mi sentirei un po’ sola».

Invece sono arrivate Sole e Celeste.

«Tomaso si ¬da molto di me. Apprezza il mio lavoro con le bambine. Il mio senso materno lo ha sempre colpito. Per questo le abbiamo avute così velocement­e. E ¬sicamente è stata una bella botta».

Che ricordo ha di quei giorni?

«Il parto è l’Eden. La vita, il primo respiro: mitico. Ecco, quando condividi con una persona una cosa del genere, il resto non conta».

È finita, o potrebbe avere un altro glio?

«Mi do l’ultima chance tra due anni. Ci riprovo e lo faccio. Ora è il momento della tregua. Accettare la sorellina, per Sole, all’inizio è stata dura. I bambini vivono un sentimento simile al tradimento quando arriva un altro con cui debbono rapportars­i. Condivider­e è una forzatura per tutti. Ma vederle giocare insieme sarà bello».

È una mamma severa?

«Ma quando mai. L’educazione non è arrabbiars­i, è avere fermezza. La rabbia viene percepita come un rifiuto. Perdere la pazienza non aiuta nessuno. Avere regole invece sì. E io le faccio rispettare. Naturalmen­te questa è teoria. Oggi vedete tutto calmo, ma di solito è un caos. E si strilla».

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Si sono sposati lo scorso 10 ottobre.
di G IO VANNI AUD I F F RE D I FOTO ALAN GELATI Michelle Hunziker, 38 anni, e il marito Tomaso Trussardi, 32. Si sono sposati lo scorso 10 ottobre.
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con il marito Tomaso Trussardi, 32, e le loro figlie Maria Sole, 21 mesi,
e Celeste, 4 mesi.
FOTO ALAN GELATI Michelle Hunziker, 38 anni, con il marito Tomaso Trussardi, 32, e le loro figlie Maria Sole, 21 mesi, e Celeste, 4 mesi.

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