Vanity Fair (Italy)

PAURA DI VOLARE?

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essere perfetto da subito. Prima, le ragazze aspettavan­o fiduciose che tu cambiassi, investivan­o sulle tue promesse. Oggi, se non hai il 100 per cento dei requisiti, sei fuori dalla corsa. E le amiche, le madri, sono anche più feroci, con i loro consigli». Non pensa che oggi le ragazze di trent’an-

ni siano più realiste di quelle di un tem-

po? Perché un seduttore incallito, come

quello che descrive nel suo film, dovreb- be cambiare? «Perché nella vita si cambia. Conosco molti uomini, compreso mio padre ( l’attore- umorista Guy Bedos, 81 anni, ndr), che hanno avuto periodi di frenetico consumo di sesso. Dopo aver trovato la donna giusta, si sono fermati e sono diventati mariti fedeli. E così anche molte donne che, come noi, non sono immuni dalla voglia esasperata di seduzione, cambiano quando mettono su famiglia. Le mie due migliori

Tornando al film: perché ha deciso di par- tecipare a una commedia romantica? «Adoro questo genere da sempre, anche se riconosco che non è molto virile. Ho tanti amici, come Jean Dujardin, che lo detestano. Mi hanno preso molto in giro dopo aver visto il film ( in Francia è uscito nel 2013, ndr). Sono un uomo dai gusti particolar­i, da sempre vivo circondato da donne, ho tre sorelle. Insomma, adoro fare cose che piacciono all’altra metà del cielo. In una commedia romantica si può parlare di tutto, dalla droga al sesso, passando attraverso tutte le nevrosi possibili: la protagonis­ta del film, per esempio, è vittima di una forma di gelosia patologica e ha una madre prevaricat­rice che la controlla giorno e notte».

Come è andata sul set con Ludivine Sagnier? «All’inizio mi considerav­a un giovane cavallo pazzo, da tenere a bada, poi mi ha adottato. È una donna molto materna, ha tre figli, mi ha insegnato tanto, oltre ad aver dato al personaggi­o freschezza e credibilit­à. È brillante e come molte sue colleghe, Marion Cotillard o Mélanie Laurent in testa, possiede un’intelligen­za caustica, molto critica, che però non esprime in pubblico. Sono attrici splendide che vogliono dare un’immagine non conflittua­le, e si accontenta­no di esistere solo al cinema». È vero che la chiamano sempre per i loro

Sagnier e Bedos in un’altra scena di Love

Is In The Air, in volo da New York a Parigi:

la tensione sale. discorsi in pubblico? «Sì, è verissimo, e lo faccio molto volentieri. Non sarei nessuno senza le donne. Mélanie ha portato in teatro Promenade de Santé, la prima pièce che ho scritto giovanissi­mo: l’anno prossimo sarà tradotta e farà il giro di molti teatri italiani. Del resto le donne mi capiscono al volo. Non come gli uomini, con cui sono in conflitto da quando ero all’asilo. I miei amici sono tutti omosessual­i». Escluso Dujardin... «Vero, ha una certa virilità apparente, ma nel nostro scambio prevale la grande parte di femminilit­à che c’è in lui. Sotto la sua scorza da duro, batte un cuore tenero. E molta sensibilit­à».

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