Vanity Fair (Italy)

Regina del set

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Giusto. Con The White Queen ha ricevuto una nomination ai Golden Globe. Se lo aspettava? «Per niente. Che situazione surreale, chiusa in un salone con tutte quelle facce note! Certe serate a Hollywood sono paragonabi­li a fare sesso senza mai avere un orgasmo. Tanta eccitazion­e e poi? Niente di speciale. Continuavo a pensare: ma io che ci faccio qui?». Non è ambiziosa? «Mi piace la mia vita. Mi piace recitare, mi piacciono i set ma mi piace anche tornare a casa, andare in bicicletta a comprare le aringhe e poi fare da mangiare per mio figlio ( Isaac, 8 anni, ndr) e i suoi amici». Non è sposata. «No. Il padre di Isaac vive nello stesso paesino, e quando io non ci sono mio figlio sta con lui. Ma ogni volta che posso faccio in modo di portare anche lui sul set insieme a Isaac. Non abitiamo insieme, però è il mio migliore amico». È vero che è andata a vivere fuori città perché, avendo riscosso grande successo grazie a Nya Tider, soap opera molto popolare, ha deciso di nasconders­i? «Macché. Non ho avuto paura della popolarità, in Svezia non ci sono nemmeno i paparazzi. Piuttosto ho temuto di essere incasellat­a nel mondo ristretto delle soap opera. Via da Stoccolma, mi sono dedicata ad altro. Ho preso lezioni private di recitazion­e, ho studiato e insegnato tango, ho avuto un figlio e ho cominciato a girare film svedesi indipenden­ti. Uno di questi mi ha fatto trovare un agente a Londra, ed eccomi qui». Oltre a Mission: Impossible, ha appena finito di girare il nuovo film di Stephen Frears, Florence Foster Jenkins, protagonis­ta Meryl Streep. Che effetto fa recitare con Meryl? «Purtroppo non abbiamo scene insieme. Ma è stato fenomenale anche solo guardarla lavorare». Lei ha sempre voluto essere attrice? «Oh, quanto mi piacerebbe declamare che sì, fin da quando sono uscita dal grembo di mia madre, ho sempre voluto recitare! Ma sarebbe una bugia». Dall’alto, la Ferguson con Tom Cruise, 53, in Mission: Impossible - Rogue Nation, e nella serie Tv The White Queen, per la quale ha avuto una nomination ai Golden Globe. una tradizione di cineasti di altissimo livello con almeno un paio di grandi star, davvero fuori del comune». Greta Garbo e Ingrid Bergman ( le nominiamo all’unisono, ndr). Certo, oggi lo star system è molto diverso... «Oggi si twitta e io non lo faccio. Oggi si corre da una parte all’altra del mondo per un provino e io non sempre lo faccio, anche perché vivo al mare, in un paesino di pescatori». Come quello in cui sono ambientati i romanzi gialli di Camilla Läckberg? «Esatto, solo che il mio è sulla costa Est, quello dei romanzi è a Ovest». Lei viene da una famiglia del mondo dello spettacolo? «Mia madre ha fatto qualcosa a teatro, ma per il resto è una famiglia piena di avvocati. Che poi, tutto sommato, sono attori anche loro, giusto? ( ride) ».

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