Vanity Fair (Italy)

Io bacio chi voglio io

Non viene dalla strada e non fa parte di una gang, ma DRAKE si candida a diventare il re dei rapper. I colleghi non lo amano, le donne, invece, molto. Siete fra queste? Evitate il rossetto

- Di FERDINANDO COTUGNO

rake si è messo una parrucca per essere come Oprah, ha parlato dal podio presidenzi­ale come Obama e sperimenta­to una posa sexy alla Justin Bieber. Nei tre minuti del suo nuovo video, Energy, il rapper canadese ha giocato con tutte le icone globali che vi possono venire in mente, le ha prese in giro usando travestime­nti e computer grafica, ma soprattutt­o ha detto: «Io sono uno di loro». In autunno uscirà Views From the 6, il suo nuovo album, del quale si sa poco (se non che ci sarà una collaboraz­ione con Beyoncé). Quello che è certo è che l’ex attore bambino di Toronto, dopo tre album, 77 singoli e 36 video, si sta preparando a diventare il rapper più importante al mondo. Già oggi ha avuto più canzoni al top delle classifich­e di Jay-Z e Kanye West, uno dal carattere piuttosto competitiv­o, che però di lui ha detto alla Bbc: «Siamo onesti, Drake è il più bravo di tutti noi».

DUn’altra conferma: quattro mesi fa Drake ha avuto 14 singoli tutti nella top 100, e gli unici a esserci riusciti erano stati i Beatles, 50 anni fa. Drake è un rapper diverso dagli altri, per questo è odiato quanto amato: non è cresciuto per le strade di New York, non ha fatto parte di una gang, non ha l’estetica della violenza, non è ossessiona­to dai soldi, non è misogino, mescola canto e rap come nessun altro prima e non ha paura di parlare delle sue emozioni. Lo hanno definito: «una patacca» (Lucradis), «un fighetto» (Lil’ Kim), «un nessuno venuto dal Canada» (Common). In compenso con le donne va alla grande. Ha avuto un flirt con Rihanna (ne parla la canzone Fireworks), ha portato Tyra Banks in gita romantica a Disneyland, ha rifiutato sdegnosame­nte un bacio di Madonna a Coachella (pare per il troppo rossetto), ma ne ha dato uno appassiona­to a Serena Williams, subito dopo la sua vittoria a Wimbledon.

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