Vanity Fair (Italy)

C come cibo P come passione

- Di LAURA PEZZINO

ei circondata ovunque da sabbie mobili che ti risucchian­o i piedi, che cercano di risucchiar­ti nella paura, nell’autocommis­erazione e nella disperazio­ne. Ecco perché devi camminare con tale leggerezza». Anita Nair, 49 anni, apre il suo nuovo romanzo L’alfabeto delle spezie citando un’utopia letteraria, L’isola di Aldous Huxley. Non deve essere facile, per una scrittrice indiana, riuscire a mantenere la penna lieve sopra le violenze quotidiane contro le donne del suo Paese. Perciò, lasciando per ora da parte il tema della disparità tra i sessi (al centro di Cuccette per signora, grande successo del 2001), decide di scrivere d’amore scandendol­o con un alfabeto «culinario», dalla a di arisi (il riso) alla z di zigarthand­a, una bevanda di latte e rabarbaro che pare nettare degli dei. Cibo e passione, dunque, e a innamorars­i sono Lena, donna sposata (lei e il marito sono «come due sconosciut­i nella sala d’attesa di un medico»), e Shoola Pani, star di Bollywood in crisi che in incognito prende in affitto il bungalow nel loro giardino. Perché il cibo? Non se ne parla troppo ultimament­e? «Mia madre diceva: non potrai mai saziare nessun tipo di appetito. Non quello per i gioielli. Non quello per il denaro. Non quello per l’amore. L’unico che potrai soddisfare sarà quello per il cibo. E poi è una metafora». Di cosa? «Della vita. In quasi tutte le culture si pensa che a fare girare il mondo sia l’amore. In realtà, l’amore nutrirà pure l’anima, ma a tenerci in vita è il cibo». Lei è autrice di uno dei racconti del Novel Of the World, progetto di WE Women for Expo e della Fondazione

Mondadori. Quale messaggio

ha voluto fare arrivare alle donne? «Sono una a cui il cibo piace moltissimo. Gusto ogni pasto come se fosse l’ultimo, e questo perché sono in buona salute: quando si sta male le cose non sanno più di niente. Mangiare dovrebbe essere una pratica zen. Quando io ho un problema metto in forno qualcosa: ho sempre trovato così la soluzione». È brava a cucinare? «Sì. Il mio capolavoro sono le costine al miele».

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