Vanity Fair (Italy)

LA TRADISCI CON TUTTE»

«HO SPOSATO UNA DONNA, CI VIVO DA 40 ANNI». «GIÀ. E, PER RIUSCIRE A SOPPORTARL­A,

-

Infatti comincia: «Io vorrei, per iniziare, un’insalata mista, senza né rucola né carote, però con del basilico e dei pomodori. Poi prendo questa spigola all’acqua pazza e, a parte, due patate bollite – se è possibile me le sbucci ma non me le tagli. Nell’insalata niente aceto. Solo olio e sale. E me la giri tredici volte. Grazie». Il cameriere prende appunti, vorrebbe fare una battuta delle sue, la cerca e non la trova. Ordina anche la figlia: «Io prendo un’insalata di mare e una tagliata di tonno». «La tagliata la vuole cotta o cruda?». «Bah… Direi media», risponde la figlia. Il padre scatta: «Media? Certo che hai sempre bisogno di essere complicata, tu». Non sta scherzando e se ne accorge perfino il cameriere che vorrebbe controbatt­ere «Senti chi parla», ma intuisce che non è il caso, proprio non è il caso, e si ritira verso la cucina con le ordinazion­i. Lasciando quei due da soli, nel silenzio impossibil­e di un ristorante vuoto alla fine di un giorno d’agosto, a Milano. Nel silenzio impossibil­e che c’è fra tutti i padri e tutte le figlie. Fra tutti gli uomini e tutte le donne. La figlia spezza una fetta di pane e giocherell­a con la mollica. «Smettila, dai». «Sei nervoso, papà? Qualcosa non va?». «No, assolutame­nte. Va tutto bene. Sono un po’ stanco, ma sempliceme­nte perché faccio quella cosa tanto bizzarra, esotica… non so se ne hai mai sentito parlare». «Che cosa?». «Lavorare». Ancora silenzio, ancora mollica, ancora sguardi che però fra di loro non si incrociano mai. La figlia respira. Gli dice una cosa senza dirgliela, e poi: «Ho appena finito di montare quel documentar­io sui Mursi che ho girato in Etiopia e sono riuscita a farmi commission­are dall’Università. Non sai che ammazzata riuscire a consegnarl­o in tempo». Il padre sorride. Vorrebbe metterci della tenerezza, adesso, in quel sorriso. Ma alla figlia non arriva. Arriva tutt’altro, alla figlia, mentre il padre ripete fra sé e sé: «I Mursi… In Etiopia. I Mursi». La figlia gli dice un’altra cosa senza dirgliela. Respira di nuovo e poi un nervo o forse un battito accelerato del cuore, comunque un’emozione, dentro di lei, sceglie, per l’ennesima volta in trentasei anni, di provarci. E di raccontare. Le si accendono gli occhi, le si accende la voce: «È stato un viaggio davvero incredibil­e. Incredibil­e, papà. Pensa che, per andare nei loro villaggi, bisogna per forza farsi accompagna­re da un ranger armato e si può entrare solo di mattina perché, appena svegli, i Mursi cominciano a bere la loro birra fatta in casa, che ti stende dopo un sorso, e si mettono a sniffare polvere di peperoncin­o dalle cartucce dei fucili, quindi quando meno te l’aspetti possono diventare aggressivi, pericolos…». «Non ho capito se vuoi rimanere in quella casa o se vuoi andartene. In questo caso dovresti preoccupar­ti di affittarla», la interrompe lui. «Non credi?».

Alla figlia è come se arrivasser­o mille schiaffi, assieme e tutti addosso. Che la riportano subito dal villaggio dei Mursi a quel ristorante. A quel tavolo. A suo padre. Gli occhi e la voce sono spenti, adesso: «Ancora non ho deciso che cosa fare, papà». «Dove sei andata a stare? Questo almeno dovresti saperlo». Che faccia si fa, quando si dice una bugia? È precisamen­te quella che fa la figlia, per rispondere: «Mi sta ospitando un’amica». «E tuo figlio?». E mio figlio? Mio figlio, pensa la figlia. «Mio figlio per il momento è con il padre. A casa». Il padre precisa: «A casa tua». «A casa mia, sì. Cioè tua, lo so: lo so, papà. È chiaro, non c’è bisogno che me lo ricordi. Mi hai regalato una casa e oggi in quella casa c’è mio figlio, c’è suo padre, e io, che sarei la madre di mio figlio e la moglie di suo padre, sono fuori. Lo so. Lo so, lo so lo so lo so…». In ogni «lo so» c’è un pezzetto di qualcosa che era all’altezza della pancia. E che ora s’è rotto. Il padre non lo sa che cosa c’è in tutti quei «lo so», o forse sì, ma a lei piace pensare di no, altrimenti perché non l’abbraccia? Perché non le dice «Si sistemerà tutto,

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy