Vanity Fair (Italy)

Amiche nemiche

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Qual è il segreto di Meryl Streep? Come si fa ad avere una carriera del genere senza trascurare la famiglia? «È stata fortunata, ha trovato un grande partner in mio padre (lo scultore Don Gummer, ndr). Anche lui è un artista e anche lui è riuscito a coltivare la sua passione senza che questo compromett­esse minimanete le esigenze di noi figli. Pensi che per tutto un periodo ha fatto quadri, anziché sculture, perché dipingere era più facile con dei bambini intorno. Mamma e papà, poi, hanno saputo alternarsi: era lui a occuparsi di noi quando lei era via per lavoro. Ma non è mai stata lontana per più di due settimane, e spesso ha scelto i film sulla base della vicinanza da casa». Quella dei suoi genitori è una delle poche coppie davvero solide a Hollywood. «Credo funzioni perché sono due artisti ma non fanno la stessa cosa. Mio padre è un uomo di poche parole, ma quando parla è bene starlo ad ascoltare, perché dice cose utili e intelligen­ti, sempre. Non gli piace partecipar­e agli Oscar, non gli piacciono le feste hollywoodi­ane, sono cose che non fanno parte della sua vita. Credo sia proprio questa diversità il segreto della loro unione». Siamo abituati a vedere sua madre trasformar­si, ma rockstar. «Incredibil­e, vero? In questo film tra l’altro lei è uno schianto, io invece orribile. Ed era giusto che fosse così». Quanto era intimidita sul set con lei? «Probabilme­nte sono l’unica persona al mondo a non essere intimidita all’idea di stare sul set con Meryl Streep. È stata un’esperienza profonda, credo di essere cresciuta molto ai suoi occhi. C’è un momento, nella vita di ogni figlio, in cui i genitori non ti guardano più allo stesso modo.

Jonathan Demme, regista del film, durante le riprese ha vietato

a Mamie e Meryl di comportars­i da vere

mamma e figlia.

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