Salutare la propria madre
Una madre che sta morendo in ospedale. Una figlia, lontana, che le parla e le scrive (poco).
Sullo sfondo, di riflesso, cinquant’anni di storia irlandese,
dalla povertà al benessere vissuto nel ricordo della povertà.
Edna O’Brien, da molti considerata la massima scrittrice irlandese e una delle più grandi di lingua inglese, con La luce della sera ripercorre ancora la sua autobiografia inaugurata
con Ragazze di campagna, la reinventa mettendo sempre al centro della storia la fuga dalla casa e dalle tradizioni, la scoperta faticosa della libertà, il peso doloroso dell’autonomia,
la paura dell’altrove e il moralismo domestico.
Qui il suo alter ego è Eleanora, scrittrice di successo che scandalizza il suo mondo, come già fece la O’Brien, con il suo comportamento e i suoi libri. Nell’alternarsi del raccontare tra la madre Dilly e la figlia Eleanora, il libro affronta molte questioni della condizione femminile. Che catturano il lettore, ma non
hanno, inevitabilmente, una risposta. E parlano un linguaggio
a volte piccolo piccolo.