Vanity Fair (Italy)

Il filosofo dello zaino leggero

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- Corrias@ vanityfair.it

Manuele cambiò vita appena compiuti i trent’anni, quando una mattina di maggio invece di andare alla scrivania della casa editrice dove lavorava, salì sul treno che da Genova partiva per Bayonne, nei Pirenei francesi. E ci salì con le sue scarpe migliori, fatte apposta per camminare. Scarpe che lo avrebbero portato lungo gli ottocento chilometri della strada che conduce a Santiago di Compostela, il santuario, che non è quasi mai un punto di arrivo, ma di partenza. Manuele Poggio quella mattina di dodici anni fa non avvertì nessuno. Ne aveva abbastanza di quello che si era costruito intorno: una laurea in Letteratur­a con tesi su Cechov. Anni a correggere bozze. Anni a leggere manoscritt­i da pubblicare nella casa editrice Liberidisc­rivere. Anni a combattere le frustrazio­ni degli scrittori respinti che finivano per alimentare la sua. «Quando ho cominciato credevo di lavorare per un pubblico di eletti. Mi ritrovavo assediato da gente ammalata di narcisismo e rancorosa». Quei cinquanta giorni di cammino gli hanno ripulito gli occhi e aperto la mente. «Ho camminato da solo, ma mai sentendomi solo. Incontrand­o persone senza il bisogno di troppi giri di parole, senza secondi fini, senza differenze di ruoli, disposte come me ad aprirsi completame­nte. Perché per tutti, in quel cammino, la strada e la vita coincidono». Quando è tornato a Genova non ha più posto di lavoro e neanche lo rivorrebbe. Vive in una piccola casa che gli ha lasciato il nonno. I risparmi durano cinque mesi. Fino alla sera in cui non avendo più niente da mangiare, va a sedersi sui gradini della chiesa di San Francesco a chiedere l’elemosina. Era la sera di Natale. Dice che per lui quello è stato il suo secondo cammino, più faticoso del primo anche se sedentario, più consapevol­e, durato tre anni e mezzo, venti euro di spiccioli al giorno, sempre sulle stesse scale della stessa chiesa, mentre era il mondo che gli girava intorno. «Parlavo con tutti. All’inizio erano loro che, portandomi uno spicciolo, cercavano di consolarmi, pensando che non avessi niente. Alla fine ero io che consolavo loro, schiacciat­i dal troppo che avevano. Si mettevano in fila e aspettavan­o». Fino a quando gli è venuto in mente che quel suo parlare agli altri avrebbe potuto farlo camminando. Chi voleva poteva seguirlo. Offerta libera. Così Manuele ha camminato la Via Francigena, la costa ligure, il Basso Piemonte. Con l’esperienza è diventato il filosofo dello zaino leggero e degli arrivi che coincidono con una nuova partenza. In uno degli ultimi viaggi ha trovato anche la donna della sua vita. Vivono separati, camminano insieme.

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