Vanity Fair (Italy)

La conquista DELL’EDEN

Sembravano sul punto di scomparire, inghiottit­e dall’oceano, invece le isole nate dal fuoco dei vulcani sono ancora qui: a quasi 50 anni dall’arrivo del turismo siamo sbarcati in cerca delle MALDIVE perfette. Abbiamo trovato un cielo stellato sotto il mar

- di L AUR A F IENGO

Non nuota mai all’indietro. Ma non è certo da questo che lo riconosci. La bocca è larga un metro e mezzo, quando la apre diventa tonda come un ombrellone, e procede concentrat­o perché è impegnato a bilanciars­i attentamen­te con le pinne, altrimenti, con i suoi 40 mila chili per 12 metri di corpo, si ribaltereb­be fatalmente pancia all’aria come una barca scuffiata, e nessuno, nemmeno l’argano di una porta container di passaggio verso Sri Lanka, riuscirebb­e più a rimetterlo in linea. Non ha parenti: è l’unico membro della sua specie (come noi umani, siamo solo noi) e non si ferisce mai. Nessuno sa perché ma lo squalo balena, il più grande pesce del mondo, se si fa male si cura da solo, grazie al suo organismo, e non può prendere il cancro. Quasi sempre è maschio (dei 200 esemplari delle Maldive, solo il 5% è femmina), nessuno lo ha mai visto partorire né concepire: non si sa nemmeno bene come faccia, e dove nascano i piccoli – rarissimi –, l’evento non è mai stato osservato dagli scienziati. E se non bastasse il mistero, capta i campi magnetici: sa sempre cosa succede, dove si trova, dove ti trovi tu. In questo caso proprio qui sopra di lui, con le pinne fosforesce­nti (forse era meglio nere, per non farsi notare) a un paio di metri, verso la luce del sole. Per essere a buon diritto un mostro marino, non incute nessuna paura. Lo guardi cercando di seguire il suo nuoto, all’altezza degli occhi. Buoni, quasi bovini: gli esperti assicurano che mangia solo «roba che non sa nuotare»: plancton, piccoli calamari al massimo. Però, avevo letto a casa, ben 310 file di minuscoli dentini comunque ce le ha, e li vedo vicini (speriamo che la biologia marina sia una scienza esatta). Ti auguri che non se ne vada troppo in fretta nell’abisso da dove è venuto, spezzando l’incanto.

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