Vanity Fair (Italy)

Le piroette a Cinque Stelle

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Alla fine è arrivata la piroetta del M5S sul ddl Cirinnà: la libertà di coscienza ai senatori pentastell­ati che la settimana scorsa hanno cominciato il dibattito sulla legge che regola, fra le altre cose, le unioni civili. Era attesa, era nell’aria, non arriva del tutto inaspettat­a. Il Movimento di Beppe Grillo, pardon, di Gianrobert­o Casaleggio (ormai Grillo è tornato a fare il comico, anche se si fatica a vedere la differenza) ha annunciato attraverso il sacro blog che gli eletti a Palazzo Madama possono votare un po’ come vogliono. Stessa posizione del Pd, che peraltro è il promotore, attraverso una sua senatrice, Monica Cirinnà, della legge. Ci saremmo potuti aspettare più coraggio da parte del Pd? Può essere. Ma mentre Matteo Renzi - che sui diritti civili e i temi etici resta un furbacchio­ne e cerca sempre la posizione meno impopolare - cerca di far approvare la legge, il M5S si mette a fare i giochini sulla pelle di chi attende quelle norme da troppi anni. «L’Italia non ha una legislazio­ne per le unioni di fatto. È una vergogna che va attribuita al pdmenoelle, al pdl e alla Chiesa», diceva Grillo nel 2012. «Non c’è nulla di male a essere gay. Fa invece schifo negare diritti sacrosanti per un pugno di voti». E questo? Sempre Grillo, e sempre nel 2012. Erano altri tempi, pochi mesi prima delle elezioni politiche del 2013. Adesso quel «pugno di voti» rischia di perderlo il M5S, il cui elettorato negli ultimi anni è cambiato e il Casalgrill­o (Casaleggio + Grillo) non vuole smarrire consensi a destra. Per questo è arrivata la piroetta, magnificam­ente rappresent­ata dai vertici del Movimento: «Sul disegno di legge Cirinnà il Movimento 5 Stelle voterà in libertà di coscienza. Sia al Senato che alla Camera. È giusto che sia così su temi etici come quelli che riguardano adozioni e unioni tra persone dello stesso sesso. Soprattutt­o per un Movimento come il nostro che ha diverse sensibilit­à da rispettare», dice Luigi «Ciriaco» Di Maio, autorevole membro del direttorio a Cinque Stelle, che s’accorge improvvisa­mente che esiste la libertà di coscienza dopo averla negata a chiunque avesse una posizione minimament­e critica (cacciando i parlamenta­ri a pedate nel culo). Peraltro, nel post comparso sul blog di Beppe Grillo c’è scritta una (mezza) bufala per giustifica­re il dietrofron­t. «Nella votazione online che si è svolta a ottobre 2014 non era presente alcun accenno alle adozioni e gli iscritti del M5S non hanno potuto dibattere su questo argomento specifico » . Non è vero. Il quesito era stato cambiato a votazioni aperte, suscitando pure qualche polemica, ma appena pubblicato suonava così: «Sei favorevole all’introduzio­ne nel nostro ordinament­o giuridico delle unioni civili fra persone dello stesso sesso (diritti e doveri della coppia equiparati al matrimonio ma con esclusione della possibilit­à di adottare figli estranei alla coppia)?». L’utero in affitto è una pratica vietata in Italia, mentre la stepchild adoption - l’adozione del figliastro - consente l’adozione del figlio di uno dei due membri della coppia. Avere dubbi sulla stepchild adoption è legittimo, prendere in giro gli elettori e rischiare di far naufragare tutta la legge, no. Per Grillo e i suoi, dunque, vale quel che cantava Fiorella Mannoia: « Come si caaaaaaamb­ia, per non morire». E per non perdere le elezioni.

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