Caffè À LA SHAKESPEARE
Si chiama tenacia: per 60 anni, George Whitman è andato a bussare una volta al mese, puntuale, alla porta dei proprietari del palazzo che ospitava il piccolo locale accanto alla sua libreria, al 37 di rue de la Bûcherie. E che libreria, visto che si trattava dello Shakespeare and Company Bookstore, il riferimento culturale di lingua inglese a Parigi aperto nel 1951 davanti alla cattedrale di Notre-Dame. Stanze piene di libri, scale, scalette, angoli inaspettati, un luogo che ha a ascinato anche Woody Allen che qui ha girato alcune scene di Midnight in Paris. A Whitman mancava solo il co ee bar, lui con quel cognome predestinato che sapeva di letteratura, anche se non aveva alcuna parentela con il poeta Walt. Mentre delineava quella che era l’opera della sua vita, «Non ho scritto un libro perché ogni stanza di questo luogo è già un capitolo di un romanzo», si crucciava di non poter o rire una buona lemon pie a passanti, lettori, scrittori residenti che dormivano nelle stanzette zeppe del bookshop a condizione che aiutassero in negozio. Li chiamava tumbleweed, come i rotolacampo nel deserto, le piante che si staccano e uttuano via. Tra di loro c’erano Allen Ginsberg, Henry Miller e buona parte della beat generation, che qui soggiornavano e inventavano capolavori tra i suoi sca ali. Trascorrono gli anni, George bussa sempre a quella porta chiusa (dopo aver ospitato una cartoleria i locali rimasero s tti per 30 anni). Voleva quell’angolino così vicino al parco di SaintJulien-le-Pauvre, con la bella luce. Ci provò - no a quando, a 98 anni, si spense, nel dicembre del 2011. Ci penserà la glia Sylvia, chiamata così in onore di Sylvia Beach (fondatrice della prima originale libreria Shakespeare and Company frequentata da Hemingway e Joyce), che ora sta alla cassa, a convincere i proprietari a non accettare la cifra astronomica proposta da una catena di fast food e aggiudicarsi il locale. Ed è questa 34enne bionda e un po’ eterea che oggi ha ampliato gli spazi, ha creato una sezione di libri rari, un premio letterario importante – il FestivalandCo, che ospita scrittori come Paul Auster, Siri Hustvedt e Marjane Sartrapi – e ha aperto lo Shakespeare and Company Café. Buonissimo espresso (i chicchi vengono da Lomi, rinomata torrefazione parigina), cibo sanovegetariano, bagel, dolci a spiccata vocazione letteraria come madeleine proustiane e crostate Love and Squalor Pie alla Salinger. Tutto è preparato da Marc Grossman, new yorker famoso in città per il suo Bob’s Bake Shop. E per gli scrittori la guesthouse è aperta a patto che si impegnino a leggere un libro al giorno, aiutare in negozio e lasciare una foto con dedica alla partenza ( shakespeareandcompany.com).