Vanity Fair (Italy)

Sono un ragazzo fortunato

- Di MARCO DE MARTINO

Per Narciso Rodriguez vestire le donne è (anche) la passione più grande. Così come creare profumi. Immaginati per le sue muse famose e tradotti in note pensando alla pelle nuda, alle rose e a un’isola più sognata che vissuta Quando era un teenager Narciso Rodriguez amava andare con i suoi amici per negozi sull’Ottava strada nel Village di New York. Ancora adesso, ma di più allora, quella era la strada dove si trovavano le scarpe con le borchie, i kilt punk, le giacche anni Settanta: «C’erano anche infusi e incensi, e il mio amore per il muschio è nato lì: compravo una bottigliet­ta, lo annusavo, lo mescolavo ad altre essenze». Sin da quando ha cominciato a crearle, le sue fragranze incorporan­o sempre un cuore di muschio, e così anche la sua ultima creazione, Narciso Eau de Parfum Poudrée, ma Rodriguez la considera uno stacco rispetto ai suoi profumi precedenti: «Qui ho lavorato molto sul nudo, sul colore della pelle e delle rose, un mondo astratto che per fortuna diventa realtà grazie alla gente straordina­ria che lavora con me». Siamo nel suo ufficio, che prende tutto il piano di un palazzo vicino a Gramercy Park. Nato in New Jersey da genitori di origine cubana, Narciso Rodriguez oggi ha un golf blu sopra a una T-shirt e quando mi incontra si scusa per essere in ritardo, di un minuto esatto. Mi racconta che stava lottando col cellulare, temendo di avere perso le sue foto: «Ne scatto in continuazi­one, anche stamattina in metrò che ho preso per andare a un appuntamen­to: l’energia di New York, la sua gente, finiscono sempre in una collezione, danno sempre vita a una nuova idea. Solo Tokyo mi stimola quanto questa città». Pensa che ci sia continuità tra le sue fragranze e la sua moda? «Sì, perché le fragranze sono il riflesso più grande di quello che faccio: raggiungon­o più persone, fanno da ambasciato­ri al brand. La pubblicità del primo profumo For Her con Carmen Kass è ancora dopo anni l’emblema di quel che vogliamo trasmetter­e: un’immagine molto femminile, romantica, piena di bellezza e di grazia. Le fragranze sono una parte del mio lavoro, che amo, da sempre, sin dal primo meeting in cui sorprenden­do tutti mi sono presentato con bottiglie, disegni, aromi a cui ancora adesso torniamo spesso». Perché le sue creazioni sono così minimalist­e? «Da ragazzo vivevo con i miei, che erano emigrati da Cuba ventenni, in una casa molto rococò, e forse la mia cameretta era ultraminim­al per reazione: solo bianco e nero, compresa la tappezzeri­a, e

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