Vanity Fair (Italy)

GRAZIE PER LE PAROLACCE

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o e mio marito abbiamo perso, lo scorso mese, il nostro unico e adorato figlio. Aveva 35 anni ed era un ragazzo speciale, sì speciale, perché era disabile. Gianluca soffriva da sempre di una malattia che gli ha causato un ritardo mentale, ma non gli ha impedito di imparare e di amare. A noi genitori ha donato le sue risate, la sua testardagg­ine, i suoi abbracci fortissimi e, a volte, le sue parolacce. Amava guardare e riguardare Il re leone, seguire la Formula 1, aprire gli ovetti per vedere la sorpresa. Con i suoi occhi bellissimi comunicava tutte le sue emozioni, e noi non ci stancavamo mai di dirgli quanto lo amavamo. Vi scrivo perché Gianluca merita di essere condiviso nel ricordo anche con chi non lo ha mai conosciuto, e perché essere stati i genitori di questo ragazzo speciale ci ha riempito il cuore e la vita. Ai genitori vorrei dire che nulla vale più del tempo trascorso con i figli. Ora che Gianluca non c’è più, capiamo la fortuna che abbiamo avuto. Il vuoto che ci ha lasciato è, e sarà, incolmabil­e. ANNA

Irappresen­ta il convincime­nto di Dio che il mondo debba continuare». Tu, Andrea, sei il frutto dell’Amore dei tuoi genitori. Porti il nome di uno zio di papà, che a tutti noi manca molto. Quello che siamo, quello che abbiamo, è un dono delle generazion­i passate, della loro fatica, della loro abnegazion­e, della loro intelligen­za; e abbiamo anche un impegno verso di loro: trasformar­e e tramandare ciò che ci hanno dato. Anche tramite un nome di battesimo. Crescendo imparerai che la felicità è fatta di piccole cose preziose, di emozioni in punta di piedi: le stelle, il sole negli occhi, il profumo della primavera, le onde del mare. Sei un dono: ricordalo sempre, soprattutt­o quando i venti freddi del dubbio arriverann­o nella tua vita. Insegui i tuoi sogni, non permettere che il risentimen­to ti roda il cuore, leggi tanti libri. E se Dio vorrà ci conoscerem­o, strada facendo.

ZIO EMILIO

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