Vanity Fair (Italy)

FINCHÉ I 50 NON VI SEPARINO

Vi siete sposati prima dei 26 anni, avete mollato gli studi e siete precari: preparatev­i al divorzio. E gli altri possono stare tranquilli? Ni: la rottura si rischia soprattutt­o ad «anta» inoltrati

- Di LUCA VENTURA

una di quelle cose di cui abbiamo più paura. Facciamo di tutto per evitarla. Eppure ci caschiamo lo stesso: sposiamo la persona sbagliata». Lo scrive il filosofo anglo-svizzero Alain de Botton in un articolo per il New York Times che ha suscitato appassiona­te reazioni tra i lettori. Il problema, spiega de Botton, è che ogniqualvo­lta delle relazioni occasional­i minacciano di portare a galla i nostri difetti biasimiamo l’altra persona e la chiudiamo lì: «Uno dei privilegi dello starcene per conto nostro è quello di avere la sincera impression­e che sia davvero facile vivere con noi». C’è però un risvolto meno negativo della medaglia: poco importa se abbiamo scelto la persona sbagliata, perché l’anima gemella non esiste. «Ogni essere umano ci frustrerà, farà arrabbiare, infastidir­à», dice de Botton, «perché la persona più adatta a noi non è quella che condivide tutti i nostri gusti, ma quella che sa negoziare le differenze con gusto». Come si trova? Secondo gli esperti, il primo errore da evitare è prendere decisioni affrettate: la tempesta ormonale che si scatena quando ci innamoriam­o può farci ignorare certi campanelli d’allarme. Non guasta neanche avere un approccio scientific­o: secondo un report del settimanal­e Time, chi non si sposa prima dei 26 anni, ha almeno un titolo di studio superiore e un lavoro stabile, tende a restare insieme. Inoltre, se siete ancora giovani e vi accingete a sposarvi per la prima volta, i numeri sono dalla vostra: i tassi di divorzio tra i ventenni e i trentenni sono in calo

Èovunque fin dagli anni ’80. Note dolenti, invece, per gli over 50 e 60, per i quali le percentual­i sono invece raddoppiat­e. Come mai? Secondo Karl Pillemer, professore di Sviluppo umano alla Cornell University e autore di uno studio che ha coinvolto 700 coppie anziane, le coppie che durano più a lungo sono quelle per cui il divorzio non è un’opzione: da questo punto di vista, il matrimonio è più simile a una lezione di guida che all’acquisto di una nuova auto. Tra le buche da schivare, non «dimenticar­si» del partner quando nascono i figli, ed evitare a ogni costo di esprimere sprezzo nei confronti del coniuge con commenti relativi alla sua desiderabi­lità e potere economico, o manifestan­do indifferen­za. Cruciale anche il sesso: secondo uno studio canadese, una volta alla settimana è sufficient­e a massimizza­re il grado di soddisfazi­one coniugale. Chi guadagna tra i 15 e i 25 mila dollari ma arriva un po’ più stanco al lavoro è più felice di chi ne percepisce tra i 50 e i 70 mila dollari ma non lo fa mai. Quelli che raggiungon­o il traguardo, e condividon­o felicement­e la propria esistenza con un’altra persona, sono meno esposti al rischio di soffrire di pressione alta, malattie cardiache e stress. E di quelle 700 coppie intervista­te dal professor Pillemer, tutte («il 100%») hanno detto che il matrimonio è stata la cosa migliore della loro vita. La copertina di Time di inizio giugno si chiede: «Come restare sposati?». Per gli esperti la chiave è «allinearsi» su figli, soldi e sesso prima delle nozze.

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