Vanity Fair (Italy)

Se lo conosci non lo eviti

Il disagio mentale diventa «metal». Grazie alla voce dei LACUNA COIL, l’italiana rock più globale

- Di FERDINANDO COTUGNO

ei è Cristina Scabbia, ma se ascoltate il metal da qualche anno non avrete avuto bisogno di didascalie per questa foto. Cristina è la donna italiana più famosa in un genere nel quale sia le donne che gli italiani sono una minoranza. È la voce dei Lacuna Coil, uno dei pochi prodotti globali del rock italiano. Per le fan, Cristina è quasi un’icona, ci sono tutorial per vestirsi e truccarsi come lei e un blog che analizza i suoi look come se fosse una fashion blogger. Buona fortuna a chi si vuole cimentare con quello del nuovo album, Delirium, tra camicie di forza e altri strumenti di costrizion­e. Tutto il disco infatti è costruito intorno a una storia di disagio mentale: «Abbiamo curato l’aspetto narrativo e visivo, abbiamo visitato manicomi abbandonat­i e studiato reportage. Il disagio mentale ci ha toccato anche negli affetti. Ne abbiamo fatto il tema di Delirium perché fa ancora più paura quando non lo si conosce, c’è un muro che noi vogliamo abbattere», racconta Cristina. «Volevamo creare uno spazio di accettazio­ne per chiunque si senta isolato, incompreso, sbagliato». Che è quello che da sempre fa il metal con gli adolescent­i in ogni angolo del mondo. E quando si dice «mondo», con i Lacuna Coil va inteso in senso letterale. Le loro canzoni sono in inglese e quest’anno hanno suonato anche nelle Filippine e in Cina: «Qualche anno fa, in Vietnam, ci sono venuti a prendere con due limousine color rosa Barbie, abbiamo fatto le prove davanti ai banchi della censura, con una fila di funzionari che analizzava­no i nostri testi». A spiegare come ci siano riusciti, in questa carriera ventennale da otto album, ci prova Andrea Ferro, l’altra voce del gruppo. «La nostra proposta musicale era allo stesso livello di quella dei gruppi metal internazio­nali. Non è un problema di lingua. Quanti rapper italiani possono dire di essere stati alla pari del suono di Tupac Shakur? Quanti cantautori possono confrontar­si con Springstee­n?».

LDelirium.

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