SPAGNOLI IN BILICO
Mentre «torri umane» si ergono a Tarragona, per il tradizionale festival catalano Concurs de Castells, la Spagna ripiomba nell’ingovernabilità. Il 1° ottobre si è dimesso il segretario del Partito socialista, Pedro Sánchez, dopo pesanti critiche interne e nonostante l’appoggio di Podemos e dell’estrema sinistra: in carica dal 2014, ha fallito cinque elezioni in un anno (due politiche, le catalane, le basche e le galiziane), dimezzando il consenso del partito, che ora dovrà rifondarsi. Un eventuale governo Rajoy (il rivale leader popolare ha vinto le politiche ma senza maggioranza assoluta), che Sánchez osteggiava ma che farebbe uscire la Spagna dall’impasse istituzionale, ha tempo fino al 31 ottobre per formarsi. In caso contrario, si riandrà alle elezioni, a Natale.