Vanity Fair (Italy)

Quando vi trovate un lavoro?

È la domanda che si sentono fare dai genitori i CHAINSMOKE­RS. Anche se questo duo di dj appena uscito dal college è una fabbrica di hit. Il segreto delle loro canzoni? Qualche birra e una «sessione di psicoterap­ia»

- Di FERDINANDO COTUGNO

on i loro inni dance su ragazze, selfie, college, birre e crisi esistenzia­li, i Chainsmoke­rs sono diventati uno dei gruppi elettronic­i del 2016 negli Usa, con tre canzoni in top 10 in un anno. L’ultima, Closer (con la partecipaz­ione di Halsey), è in classifica in Italia da otto settimane. I Chainsmoke­rs sono Andrew Taggart, 27 anni, e Alex Pall, 31, due ragazzi che sembrano passati dritti dalle sbronze universita­rie al pubblico oceanico del Coachella. Facevano i dj per feste e serate, poi hanno scoperto di avere quel tocco per le formule pop che gli ha fatto tirare fuori un singolo di successo dietro l’altro. Il 15 ottobre suoneranno al Fabrique di Milano, in un tour che Alex presenta come un momento di passaggio: «Da duo di dj a band vera e propria». Il prossimo passo è fare un album. «La gente ha una soglia di attenzione molto bassa, se le dai troppe cose si perde. Per questo abbiamo messo alla prova i fan. Abbiamo tante canzoni pronte, gli abbiamo detto: fateci sentire che le volete tutte». Come nascono le canzoni? «Come una sessione di psicoterap­ia, apriamo un po’ di birre e parliamo dei nostri problemi, delle ex, delle nostre vite di ragazzi bianchi borghesi non molto attraenti che hanno finito il college». In Closer c’è una bizzarra storia di sesso. «Con Closer volevamo scrivere una canzone sexy

Csu una scena di sesso non sexy. Eravamo ubriachi, sul bus, ascoltavam­o i Postal Service, ci è venuto in mente come ci si sente, quando sei al verde, un po’ allo sbando, incontri la tua ex, sai che non dovresti finirci a letto ma poi succede. Ecco, è nata come una confession­e». E in che momento è apparsa Halsey? «Halsey era perfetta, è bella, ha una voce super, in ogni intervista dicevamo che avremmo voluto collaborar­e con lei. Volevamo un punto di vista femminile nel pezzo, lei ha accettato e così da confession­e Closer è diventata una conversazi­one». Spesso i vostri pezzi hanno una chiave ironica, pensate che i fan la percepisca­no? «#Selfie è nata come uno scherzo, l’abbiamo scritta in mezz’ora pensando alle ragazze che si fanno i selfie in discoteca, e poi è diventata un fenomeno globale. Kanye aveva un punto di vista più serio, non parla esattament­e di Kanye West ma di quello che rappresent­a per noi, l’idea dell’artista che a volte dice cose sbagliate ma va sempre per la sua strada. Una guida per aumentare l’autostima, in un momento in cui i genitori ti dicono: “Ok, fai il dj, sei famoso su Internet, ma quando farai qualcosa di buono nella tua vita?”».

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