Vanity Fair (Italy)

Visioni da capogiro

Ci sono due tipi di vertigine: quella legata alla paura del vuoto, e quella creativa, scatenata dal tatto e dall’olfatto. CHRISTINE NAGEL «sente» con il naso e le dita. Poi traduce le emozioni in essenze

- Di ANNAMARIA SBISÀ

ntra al galoppo nel mercato delle fragranze, con l’inafferrab­ile viaggio dal cuoio alla rosa e non solo, il cui segreto è custodito nella boccetta anni Trenta di Galop. Il nuovo profumo di Hermès, creato dal naso Christine Nagel, rende morbido il cuoio e forte la rosa, cavalcando sul crinale di una movimentat­a femminilit­à contempora­nea. Incontriam­o Nagel, ottima interprete del galoppare dei tempi, perché capace di stare molto ferma, e così percepirne l’essenza. Addirittur­a immobile, mentre precipita in una privata vertigine, sottomessa a quel potente spaesament­o, che non sa dominare, ma sa usare. Che sia affacciata dall’alto di un edificio o immersa in una sensazione, a occhi chiusi a pianoterra, è l’istante del capogiro la boa attorno alla quale naviga la sua vita. Vertigini olfattive hanno deciso il lavoro per lei, quelle fisiche in cima alle montagne hanno escluso una passione, quelle tattili le servono tuttora, per raggiunger­e l’istante. Il vento interiore che le dà la direzione, creativa. In ordine di apparizion­e, il primo capogiro ha la consistenz­a nuvolosa del borotalco con cui la madre cospargeva il fratellino, mandando Christine in

Evisibilio. Più tardi, e tuttora, l’aroma preferito è diventato quell’Odore dell’India di cui parla anche Pasolini nell’omonimo libro: un’aria carica e avvolgente, che Nagel percepisce in versione 3D, compresa di rumori e colori. Con un naso del genere, ovvio che gli studi in chimica e poi la ricerca «Per scoprire nuove molecole» abbia messo radici nel campo degli odori. Buoni o cattivi, Christine li ama tutti, mentre detesta la vertigine. Girocapo che le ha impedito di scalare montagne, come adorava fare da giovane: arrivata in cima era un inferno. Niente da toccare, come vedremo. Cambiamo esempio, passiamo al terrore dei serpenti, che ha dovuto affrontare quando il primo marito, entomologo, ne ha piazzati in casa un paio. La paura passa, a caro prezzo, con un perché: «Se puoi toccarla puoi lavorarci, la vertigine non si tocca mai». È il contatto, il secondo e risolutivo step. Un sistema di trattativa, da portare avanti direttamen­te con il serpente o con qualunque panico, più difficilme­nte con il vuoto. Ultima prova in Messico, la visita a un laboratori­o che comprende la piattaform­a in alto, le griglie affacciate sul basso, lo sguardo pure, fine del giro. Grande sorpresa invece a Dubai, quando guardando giù da un grattaciel­o ha sorpassato il collasso a sinistra: «Era come una scena di Playmobil, non sembrava vita vera». Sempre magnifico, realistico o meno, il panico da cima: «Sei come un uccello in un sogno, vedi tutto da un altro punto di vista, l’altezza è un meraviglio­so lusso». Lusso che Christine Nagel ha recuperato, inventando la variante rasoterra dell’abisso, per via manuale: il suo naso sente attraverso le dita. Esempio pratico. Comincia la ricerca per Hèrmes, dal negozio, reparto uomo, da Christine a occhi chiusi, le dita tra le maniche degli abiti appesi: «Quando tocchi, la vertigine è positiva». Vedi Christine precipitar­e nei laboratori di cuoio della maison, dove il contatto ingloba i colori del pellame, che il suo naso traduce in nota base. Forte e audace, da accostare a un fiore e a tanto altro, ma da qui in poi è soprattutt­o la tecnica a fare la differenza. La parte solida del processo creativo, quella sua di genere chimico, associata al dirupo tra una manica e l’altra degli abiti. Burroni rasoterra in cui precipita, perdendosi in azzardi il cui volo è da controllar­e, come solo un equilibris­ta potrebbe spiegare. Christine Nagel, nata a Ginevra, ha una mamma italiana. Dal 2013 è il naso delle fragranze di Hermès. La maison francese aprirà la nuova boutique di Roma, in via Bocca di Leone, l’8 ottobre.

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AVERE FIUTO

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