MI SENTO SOLA
NON HO CONCLUSO NULLA,
Non sapevo cosa fare, né cosa avrei voluto diventare. Da piccolo desideravo essere uno scrittore. Ma non conoscevo nessuno nelle case editrici e nei giornali, per cui lo bollai come l’ennesimo pensiero velleitario. Un sabato sera, dopo una settimana di piccoli cataclismi personali – lasciato dalla ragazza, bocciato a un esame – e di ritorno da una festa a cui come al solito mi ero annoiato, nel buio fumoso della mia stanza fui colto da un’intuizione. Non sarà che ciascuno di noi viene al mondo con un talento ed è abulico e depresso perché non riesce a farlo fruttare? Le reminiscenze evangeliche mi riportarono alla mente la nota parabola. Ma c’era un aspetto in più: la difficoltà per un uomo non consiste tanto nel fare fruttare il proprio talento, quanto nel riconoscerlo. Pensai a quante persone che il mondo invidiava erano in realtà infelici e sbandate. Avevano avuto successo in amore e nel lavoro, ma non amavano né il proprio partner né il proprio mestiere. Qualcuno non era riuscito a realizzare il talento per cui era venuto al mondo. Ma altri, la maggioranza, quel talento non lo avevano mai neppure trovato… Già, qual era il mio talento? La consapevolezza mi arrivò addosso, saltando il flusso traditore dei pensieri per imporsi al mio cuore con la forza di una verità indimostrabile. Compresi che il talento che ci farà del bene è quell’attitudine che, finché non la riconosciamo, ci fa del male. Per me era la scrittura, perché fino ad allora l’avevo usata per tormentarmi e perpetuare il mio malessere. Se l’avessi sgravata di ogni pesantezza, sarebbe diventata la mia ragione di vita. Ma non tutti i talenti devono avere a che fare con attività pubbliche. Ho conosciuto falegnami felici e rockstar depresse. Non conta il «cosa», ma il «perché». Se, come credo, ciascuno viene al mondo con una piccola missione da compiere, è quando la scopre e comincia a svolgerla che si sintonizza con il senso della sua vita. Ci riuscirai anche tu, cara Serena. Appena metterai a tacere l’incessante rumore di fondo del tuo cervello per creare quel silenzio interiore che ti permetterà di sentire la tua voce più intima e vera: sarà lei a indicarti l’indirizzo del tuo talento. ANDRÉ DA LOBA