Vanity Fair (Italy)

Voglio i capelli verdi

Le ventenni li cercano naturali, le mamme li preferisco­no vegan e per chi ha qualche anno in più si consiglian­o quelli bio: tra shampoo e trattament­i green, c’è chi, con speciali proteine, fa luce sulle nostre teste. Con un occhio alla dieta

- di francesca bussi

NNell’ultimo anno sono triplicati: secondo il Rapporto Eurispes 2017, si dichiara vegano il 3% degli italiani che, sommati ai vegetarian­i, sono quasi due milioni di persone. E se oggi è più facile evitare derivati animali nel cibo (per esempio, Torino è appena stata segnalata dal The Independen­t tra le dieci città più vegan friendly al mondo), anche la cura dei capelli segue a ruota. Con prodotti non testati su animali, certo, ma anche con ingredient­i certificat­i. «Alcuni hanno un’origine animale certa, come la cera alba, derivata dalle api, e ovviamente si escludono a priori», dice Enrica Congiu, biologa nutrizioni­sta e responsabi­le del controllo etichette di VeganOk, il più diffuso standard etico al mondo che certifica con il proprio marchio l’assenza di parti di origine animale. «Se invece un ingredient­e è dubbio, cioè potrebbe essere di origine vegetale ma anche no, ne richiediam­o la scheda tecnica. Può succedere con glicerina, pantenolo, acido ialuronico o squalene». Le alternativ­e efficaci esistono: per esempio, la stessa emollienza della lanolina, derivata dalle pecore (vedi pag. 126), si ritrova in certe alghe o nei burri come quello di karité. Attenzione, però: un prodotto per capelli può essere vegano, ma non per forza green. «Ci sono ingredient­i che consideria­mo vegani perché non di origine animale, ma che comunque sono chimici», spiega Congiu. E a

quel punto, alla ricerca del vegano può unirsi quella del biologico e naturale che, secondo l’indagine Green Beauty Barometer, è fondamenta­le per il 73% delle millennial. Non tanto per la salute (i cosmetici in vendita nella Ue rispettano tutti il regolament­o 1223/2009, che ne garantisce la sicurezza), ma perché magari più adatti a soggetti sensibili e rispettosi dell’ambiente. «Tanti principi attivi naturali, dagli zuccheri agli acidi fruttati, migliorano a livello cosmetico il capello, aumentando lucentezza, morbidezza e corposità», dice Elisabetta Sorbellini, dermatolog­a e membro dell’Internatio­nal Hair Research Foundation. «Sono prodotti più idonei a certe persone: i bambini, che hanno lo strato corneo più sottile e quindi assorbono le sostanze più facilmente, gli anziani, con la pelle delicata perché più secca, ma anche chi ha la cute delicata. Il prodotto naturale è più affine alla composizio­ne della pelle, quindi non ne asporta la normale protezione, cioè il film idrolipidi­co». Come per il vegan, bisogna controllar­e l’etichetta: per esempio lo standard Cosmos, rilasciato dall’Istituto di Certificaz­ione Etica e Ambientale, certifica almeno il 98% di formulazio­ne di origine naturale, escludendo parabeni e siliconi. Che sì, setificano le cuticole, ma l’effetto è temporaneo, e svanisce tra un lavaggio e l’altro. «Il capello è setoso, bello da vedere e toccare, ma in realtà ha intorno a sé una “pellicola” e sotto non viene nutrito. Va bene per una serata, ma è solo un fattore estetico, non curativo. Viceversa, se uso qualcosa di naturale come la cheratina, affine al capello, restituisc­o al fusto la stessa proteina di cui è fatto e di cui ha bisogno», aggiunge Simona Sbergio, hairstylis­t di Rajha ed esperta in tricologia. «Con i prodotti naturali serve pazienza. Il processo è più lungo, ma poi la piega resiste di più perché con il passare del tempo il capello torna alla salute originaria, come se non si avessero mai fatto decolorazi­oni o tinte. E anche quelle oggi sono sempre più naturali, con estratti che fermano il colo renelle cuticole e su tutte le lunghezze, es enzap ara fenilen dia mina, un colorante che può essere allergizza­nte». Se si è vegani, però, si deve fare attenzione non solo a come ci si lava i capelli, ma anche a quello che si mangia. Uno studio pubblicato sull’Internatio­nal Journal of Trichology sostiene infatti che chi rifiuta la carne ha capelli più fragili rispetto agli onnivori. «Il fatto che un’alimentazi­one sia vegana non garantisce il fatto che sia sana: bisogna pianificar­la, fare attenzione ad alcuni micronutri­enti», avverte Congiu. «Le problemati­che dei capelli sono tra le prime avvisaglie che qualcosa non funziona nel nostro organismo. Dei bassi livelli di ferro, per esempio, i capelli sono i primi a risentirne, diventando più radi. Anche zinco e magnesio sono fondamenta­li». I cibi da integrare assolutame­nte nella dieta? «Legumi e cereali, in generale frutta e verdura. Importante non è solo la quantità, ma soprattutt­o variare, perché contengono nutrienti diversi e così possiamo assumerne uno spettro sufficient­emente ampio. La frutta secca, poi, è molto importante per la salute dei capelli: contiene acidi grassi e omega 3, la base per averli idratati e nutriti, sani ma anche più belli». E in questo caso è vero: la bellezza interiore si riflette anche in quella esteriore.

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 ??  ?? 1. Spray ristruttur­ante con bamboo bio e olio di marula, senza siliconi: Cristalli Liquidi di Biopoint (€ 15,50). 2. Trattament­o nutriente con olio di cartamo ricco di acidi grassi essenziali: Botanicals Fresh Care Maschera al Cartamo di L’Oréal Paris...
1. Spray ristruttur­ante con bamboo bio e olio di marula, senza siliconi: Cristalli Liquidi di Biopoint (€ 15,50). 2. Trattament­o nutriente con olio di cartamo ricco di acidi grassi essenziali: Botanicals Fresh Care Maschera al Cartamo di L’Oréal Paris...

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