Vanity Fair (Italy)

La verità sul calzino di Bart

- di MARGHERITA CORSI

«Era il 1989. Mi diedero la sceneggiat­ura di Bart il genio, il primo episodio che ho diretto, e pensai: “È la cosa più divertente che abbia mai letto”». Parola di David Silverman, storico animatore e regista dei Simpson, che ad aprile hanno compiuto 30 anni. Silverman, ospite al Festival BergamoToo­ns (dal 22 al 24 giugno), dice che «gli spunti non mancano mai, perché raccontiam­o la società di oggi». Molte delle vostre storie si sono avverate. Come se lo spiega? «Se resti in onda così a lungo, è normale che succeda. Però non sappiamo ancora come abbiamo fatto a indovinare la vittoria della Germania contro il Brasile ai Mondiali del 2014». Qual è il suo personaggi­o preferito? «Krusty il Clown. Non ne può più del mondo dello spettacolo, eppure non riesce a farne a meno. È ispirato a Johnny Carson e David Letterman». E Homer? «Prendo spunto dal suo doppiatore, Dan Castellane­ta. Ma la descrizion­e migliore è di John Swartzweld­er, che ha scritto più di 50 episodi: “Homer è come un cane: ha continui sbalzi d’umore, ma è fedele alla sua famiglia”». Perché i Simpson hanno quattro dita? «Abbiamo seguito i vecchi cartoni come Topolino e Bugs Bunny. Di solito le due dita di mezzo si muovono insieme, quindi per i disegnator­i è più facile unirle». Da dove viene la battuta di Bart «ciucciati il calzino»? «Dalla doppiatric­e Nancy Cartwright, le ricordava uno scherzo del liceo. La banda musicale avrebbe dovuto dire in coro il nome della scuola: “Fairmont West! Fairmont West!”. Invece cominciò: “Ciucciati il calzino!”».

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