Ritratto di famiglia (con arance)
Le storie delle famiglie assomigliano ai laghi: ci si può immergere in epoche o in punti diversi, ma tutto resta mescolato, niente è lasciato per sempre alle spalle. Nel suo parzialmente autobiografico Il bene comune (Ponte alle Grazie, pagg. 320, € 16,80; trad. M. Baiocchi e A. Tagliavini), l’americana Ann Patchett racconta dei Keating e dei Cousins, sei figli in tutto, mescolati pure loro dalle disgregazioni e dalle unioni dei rispettivi genitori. Meravigliosa scrittrice, Patchett entra ed esce dalle loro vite (il suo personaggio è quello di Franny), tra gesti grandi e piccoli nei quali si rimane impigliati, tra gin corretti con le lussureggianti arance californiane, richieste impossibili da assecondare e affetti che arrivano solo tardi, con gli anni. Il bene comune è una sorta delle Correzioni di Franzen con redenzione finale, una nota lirica che tiene i personaggi più vicini al cuore di chi li legge. E una domanda che resta: che cosa siamo disposti a fare, a dare di noi stessi, per venire ascoltati veramente?