Vanity Fair (Italy)

Ho imparato tutto sulla mia PELLE

Il suo primo album è il piu atteso dell'anno, tipi come Pharrell Williams e Kendrick Lamar sono suoi grandi fan. SZA e la nuova promessa della musica. Eppure la sua vita non e sempre stata facile, anzi. Cresciuta da genitori islamici, dopo I;ii settembre

- di BOB HASKELL foto PATRICK DEMARCHELI­ER

Qualche mese fa, Solána Rowe stava girando per Hollywood alla ricerca di un minerale iridescent­e chiamato labradorit­e. Entrando in un negozio di pietre per cristallot­erapia, ha sentito uscire da un piccolo amplificat­ore una delle sue canzoni preferite dei Little Dragon, il gruppo electro svedese. Sarà per quello che si è fatta vendere dalla commessa una cosa chiamata «lettura energetica». «A Los Angeles mi capitano sempre cose assurde che hanno a che fare col paranormal­e», dice Solána, che ha scelto come nome d’arte SZA. A sentire la persona che le ha fatto la lettura energetica, il suo scopo su questo pianeta è quello di dare forza alle donne, agire per il loro bene. Lei ha accolto la rivelazion­e con sollievo e insieme come un peso. «Ho pensato: “Ok. Non è esattament­e quel che avevo in programma, ma ammetto che di vibrazioni in quel senso la vita me ne dà sempre, e adesso che me l’hanno confermato la sento quasi come una responsabi­lità”». Si è trasferita a Los Angeles da qualche settimana, e al momento conosce solo tre posti: il Runyon Canyon Park, la Cactus Taqueria, una catena di ristoranti messicani dove in genere ordina il California Burrito, e lo Sky Zone, un parco giochi pieno di tappeti elastici dove ultimament­e ha cominciato a rispolvera­re gli esercizi aerei di quando alle superiori faceva ginnastica artistica. È lì che andremo tra qualche minuto, cosa che getta una dubbia luce sulla decisione di pranzare prima. «Di scelte sbagliate ne faccio spesso», dice. «Sono divertenti». Definire la sua carriera musicale una scelta sbagliata sarebbe un errore, considerat­o che il suo primo album per una major, in uscita il 9 giugno, è con tutta probabilit­à il disco neo-soul più spasmodica­mente atteso dell’anno. Kendrick Lamar — che incide per la stessa etichetta, la Top Dawg Entertainm­ent — la definisce una visionaria. «È l’unica musicista che in questo momento mi ispira», è arrivato a dire. Eppure la sua carriera è iniziata per caso, e solo pochi anni fa. Solána, che ne ha ventisei, è nata a St. Louis ma cresciuta in provincia, nel New Jersey, dove i genitori lavoravano come dirigenti per la compagnia telefonica AT&T e per la Cnn. Ha ricevuto un’educazione musulmana, il che ha reso la scuola un campo di battaglia. «Dopo l’11 settembre, siamo passati da “Ah, guarda, quella ragazzina a volte si mette il velo” a “Ok, tu veneri il diavolo”», ricorda. «Mi strappavan­o l’hijab dalla testa, mi seguivano fino a casa. Papà veniva ad aspettarmi fuori». Ha cominciato a isolarsi, per poi trovare il suo ambiente tra i ragazzacci che bevevano Bacardi Gold e risparmiav­ano per farsi i tatuaggi. «I miei genitori sono cresciuti in un quartiere povero, e dalle difficoltà si sono tirati fuori facendosi gli affari loro e diventando molto bravi nel proprio lavoro. Per me volevano la stessa cosa». Ma SZA accarezzav­a l’idea di lavorare nella moda, e così si è trasferita a New York, dove per un po’ di tempo ha fatto la barista in un locale di spogliarel­li. Ha anche tentato tre università diverse, senza mai riuscire a laurearsi. Un bel giorno suo fratello maggiore — Daniel, un rapper — le ha chiesto di cantare i ritornelli di alcuni suoi pezzi. Poi ha cominciato a scrivere melodie e testi suoi, rubando beat già pronti da Internet. Come nome ha scelto SZA, una sigla ispirata alla Nation of Islam, il movimento afroameric­ano islamico dell’attivista religioso Elijah Muhammad. (S come «salvatore», Z come il cammino a zigzag per conoscere se stessi, e A come «Allah»). Poi ha registrato alcune canzoni, che hanno attirato l’attenzione dell’etichetta Top Dawg. Il suo primo album, dal titolo CTRL, esce il 9 giugno, anticipato dal singolo Drew Barrymore. Se il biglietto da visita del disco è un omaggio indiretto a una delle sue attrici preferite, il brano in sé sovverte le regole della ballata r&b con un testo dolente. «Perché è così difficile accettare che la festa è finita?», si domanda all’inizio del pezzo. Non c’è nulla di accattivan­te, nulla di facile, in questa o nelle altre canzoni di SZA. Pharrell Williams, suo idolo da sempre, le ha prodotto una traccia dell’album. «È una delle cantautric­i più dotate che ci siano in giro», dice. CTRL, spiega SZA, «nasce dal fatto di aver capito che non ho capito proprio niente». Ultimament­e, nella sua vita, di terremoti ce ne sono stati parecchi. Le vengono gli occhi lucidi al pensiero di tutte le persone che ha dovuto seppellire quest’anno: tre amici, la madre del suo fidanzato, sua nonna. L’album nasce da queste esperienze difficili, dice, ma è anche un modo per esplorare la sensazione di sentirsi sempre fuori posto. Tira fuori il telefono e mi fa ascoltare un pezzo di una collaboraz­ione con il rapper e produttore Travis Scott, che affronta il tema della dipendenza con ironia: «Dammi un asciugaman­o di carta, dammi un altro Valium, dammi un’altra ora o due con te». In altre interviste, SZA ha accennato al fatto che questo nuovo album potrebbe essere l’ultimo. Oggi si tiene sul vago. Riesce a immaginare di mettere da parte la musica in favore del cinema. Ma confessa anche che vorrebbe vincere un Grammy. Se la sua musica riuscirà a intercetta­re un pubblico di massa, sarà per il modo in cui rifiuta qualsiasi posa, e per come ti invita a entrare nell’inquieto mondo interiore della sua autrice. Uno dei versi pop più incisivi del 2016 si trova in una canzone che SZA ha scritto per Rihanna e inciso con lei. Si intitola Considerat­ion: «Fammi coprire la tua merda di glitter. Posso trasformar­la in oro». Ciò che le principess­e del pop tendono ad abbellire, SZA preferisce lasciarlo nudo. «Ho imparato tutto sulla mia pelle», dice. «So che Dio fa così quando vuole insegnarti qualcosa. Vorrei giusto che scegliesse lezioni un po’ meno estreme. Vorrei che si desse una cazzo di calmata».

TEMPO DI LETTURA PREVISTO: 6 MINUTI

Pagg. 68-69: abiti, Gucci. Styling Sara Moonves. Hair Garren@Garren New York for R+Co. Make-up Emi Kaneko.

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SU LE MANI! SZA con il rapper Kendrick Lamar, suo fan, al Coachella festival del 2016.

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