I migliori amici
Dietro a uno dei film (e delle canzoni) più celebri di Hollywood, c’è l’ammirazione di una scrittrice per una donna che ha sdoganato la disinvoltura
È vero che quelli delle ragazze sono i diamanti? Come nasce un cult
Nel 1953 arriva al cinema Gli uomini preferiscono le bionde: fasciata in un abito fucsia e luccicante di diamanti, Marilyn Monroe canta Diamonds Are a Girl’s Best Friend, un brano che, in oltre sessant’anni, moltissime altre attrici e cantanti hanno reinterpretato o anche reinventato, come nel caso della Material Girl di Madonna. E questo lo sanno un po’ tutti. Quello che invece molti ignorano è la vicenda che c’è dietro questa canzone. Una storia cominciata più di un secolo fa. Siamo a Parigi, nel 1896. Il giovane impresario americano Florenz Ziegfeld incontra la cantante Anna Held. È amore a prima vista. Professionale e non solo. Appena tornato a Chicago, raccoglie i suoi gioielli in un fazzoletto e porge il fagotto a un collaboratore chiedendogli di venderli. Ne ricava 1.500 dollari che invia alla Held: «Se vieni in America e accetti che ti faccia da manager, questo è solo un anticipo». Una decina di anni dopo, Florenz Ziegfeld sarebbe diventato uno dei più grandi produttori di Broadway, l’inventore delle Ziegfeld Follies, una serie di spettacoli leggendari che animarono le notti newyorchesi dal 1907 al 1931. Eppure, chi fosse davvero quest’uomo è una sorta di mistero. La ragione è che lui per primo fece il possibile per rendere la sua esistenza, e quella delle sue «girls», eccentrica ed esagerata: un susseguirsi di feste, amori, scandali – veri o inventati per incrementare gli aari –, ricchezza spesso più esibita che reale, ristoranti e hotel di lusso. E, ovviamente, tanti gioielli. Una sorta di specchio dell’esagerata opulenza dei suoi show. Tra gli ingredienti principali delle Ziegfeld Follies, infatti, c’erano le scenograe sontuose, i costumi elaboratissimi e, ovviamente, le ragazze che sul palco si muovevano in complesse coreograe, cantando in coro e danzando vestite da uccelli o persino da navi da guerra. Ma anche, di quando in quando e opportunamente, poco vestite. Erano tutte bellissime, e Ziegfeld le selezionava quasi sempre di persona. Nel corso degli anni si presentarono alle audizioni a decine di migliaia. E parecchie di loro nirono nel suo letto. Tra queste, una in particolare: la ballerina Lillian Lorraine. Fu proprio lei una delle prime a chiedere esplicitamente regali ai suoi ammiratori.
E il suo esempio fu presto seguito dalle altre, visto che, ogni sera, i camerini traboccavano di omaggi e che «le ragazze collezionavano gioielli come se fossero francobolli». Almeno nel caso della Lorraine, però, i diamanti non nirono in cassaforte. Piuttosto dilapidati o rubati. Due gli episodi riportati dai giornali del tempo: la denuncia nei confronti del marito, accusato di averle sottratto gioielli per un valore totale di circa 13mila dollari (oltre ad averla tenuta segregata in casa per evitare che si vedesse con Florenz Ziegfeld) più un furto a opera di un suo autista (con il quale aveva avuto una relazione). Quando, nel 1925, uscì la prima edizione del romanzo di Anita Loos, Gli uomini preferiscono le bionde, la Lorraine si era ormai ritirata dalle scene (sarebbe morta povera e dimenticata da tutti trent’anni dopo) ma era pensando a lei nel momento del maggiore successo, quando faceva fatica a trovare abbastanza cassetti per riporre i regali che riceveva dai suoi uomini, che la sceneggiatrice e scrittrice aveva creato il personaggio di Lorelei Lee: una giovane donna bella, emancipata al limite della «disinvoltura» morale e dotata, diciamo così, di un notevole senso pratico. Niente a che fare con la Loos. Nata nel 1889, sceneggiatrice prolica per gli studios e collaboratrice di riviste come Vanity Fair e Harper’s Bazaar (dove le avventure di Lorelei vennero inizialmente pubblicate), ebbe tanto successo nella carriera quanto poca fortuna con gli uomini. Il marito John Emerson, sceneggiatore e regista di scarso talento, passò la vita ad attribuirsi i meriti della moglie e a incassare il denaro guadagnato da lei. Malato di ipocondria e forse schizofrenico (questa fu, a un certo punto, la diagnosi), fece di tutto per ostacolarla e le negò no all’ultimo la richiesta di divorzio, costringendola di fatto a mantenerlo. Gli uomini preferiscono le bionde nacque dalla disillusione della Loos nei confronti degli uomini, attratti, tutti indistintamente, dalle curve e non dal cervello delle donne. E anche dal tempo libero che il marito le concedeva grazie alle sue frequenti relazioni extraconiugali. Il romanzo fu un successo immediato, venne tradotto in 14 lingue e trasformato in un musical per Broadway. La canzone Diamonds Are a Girl’s Best Friend fu composta da Jule Styne su testo di Leo Robin, per lo spettacolo che debuttò nel 1949. È uno dei suoi brani più noti (nonché la dodicesima canzone più importante della storia del cinema secondo l’American Film Institute), nonostante nel corso della carriera ne abbia scritti circa duemila, diventando uno dei maggiori compositori di Hollywood e Broadway negli anni Cinquanta e Sessanta. A Diamonds Are a Girl’s Best Friend si è ispirata Madonna per la sua Material Girl del 1984. Nicole Kidman ne ha cantato una versione rivisitata anche nel testo in Moulin Rouge! di Baz Luhrmann del 2001. Dicile tenere il conto di tutte le artiste che ne hanno dato una propria interpretazione. Tra le tante: Christina Aguilera, che l’ha cantata nel lm Burlesque, Kylie Minogue, Geri Halliwell e Beyoncé. Tutto grazie a quel pugno di gioielli venduti oltre un secolo fa. E alla magia di una grande diva come Marilyn Monroe. Ma anche al talento di due donne che in pochi ricordano nonostante siano state, ognuna alla propria maniera, speciali: Lillian Lorraine e Anita Loos.