Le gioie di Lynch
Lui le chiama con soprannomi come oro puro e fiore di ranuncolo: per il regista DAVID LYNCH le donne sono creature preziose. E come un esperto mercante di diamanti sa come prenderle. Impossibile dirgli di no, perché ti ammalia e ispira fiducia
Per il regista le attrici sono come gemme e le tratta con guanti di velluto (blu)
David Lynch ama le donne: sono al centro di quasi tutti i suoi lm – da Velluto Blu a Mulholland Drive – e della sua celeberrima serie Tv Twin Peaks, andata in onda per la prima volta nel 1990 e dallo scorso 21 maggio su Sky Atlantic con 18 nuovi episodi, tutti diretti da Lynch. Il mistero diventato la frase-tormentone «Chi ha ucciso Laura Palmer?» ne aveva ispirato la trama, ma l’indagine sulla misteriosa scomparsa della bella studentessa era di fatto la porta d’accesso all’aascinante e oscura realtà lynchiana. Il mondo di David Lynch, 71 anni portati alla grande, è vagamente rétro (le sue attrici sono spesso in abiti anni ’50), perennemente sinistro (c’è sempre qualche inquietante sorpresa che incombe dietro l’angolo), e per certi dettagli confortevole (torta e caè sono sempre presenti). È maestro nell’accostare dolce e macabro, sensuale e casto, e al centro di questo intrigante dualismo ci sono sempre le donne. Fatto interessante, nel lavoro Lynch non sembra credere un granché nelle audizioni: invece di chiedere a un’attrice di leggere una parte, si limita ad analizzarne alcune foto e a decidere se convocarla o meno per una chiacchierata. «David guarda tre o quattro foto diverse, magari cinque, e dice, “Va bene, vorrei incontrare queste ragazze”, racconta Naomi Watts, protagonista del thriller neo-noir del 2001 Mulholland Drive che l’ha trasformata in una star. «Se sei la terza in lista e ha appena fatto un colloquio fantastico, non incontra l’attrice numero quattro o cinque. Quindi, ottenere la parte è anche un po’ destino». È solo dopo aver scelto l’attrice che Lynch le mostra la sceneggiatura. A volte si limita a descrivere il personaggio che deve interpretare. «Di solito ti fa leggere la sceneggiatura in ucio», dice Laura Dern, che con quattro film del regista all’attivo – Velluto blu (1986), Cuore Selvaggio (1990), Inland Empire - L’impero della mente (2006) e ora Twin Peaks –è ormai una specie di musa. «Sono sempre sorpresa dalle parti che mi propone, oltre che felice. Fin dall’inizio ho accettato perché c’è di mezzo David. Ispira ducia». Spesso le eroine di Lynch hanno una doppia personalità: da una parte un lato puritano, rigido, dall’altra una sessualità estrema che spesso attrae i corteggiatori più bizzarri. «Nei lm di Lynch il sesso è emotivo», dice Watts. «Non è mai ne a
«Per parecchio tempo ho avuto la sensazione di nuotare in acque diverse da quelle degli altri. Mi guardavo intorno e pensavo: forse non appartengo a questo pianeta, forse dovrei avventurarmi in altre dimensioni. Penso sia per questo che David e io andiamo così d’accordo. Lui è a suo agio in quelle sfere esoteriche, mistiche, intriganti. Quando David mi chiede di collaborare a qualcosa, è sempre un po’ misterioso. È stato così anche per Twin Peaks: me ne ha accennato con uno strano bagliore negli occhi. Io non ho potuto fare altro che accettare, ero al settimo cielo». — Twin Peaks (2017)
«Ero a New York e a un certo punto il mio agente mi ha chiamato e ha detto “Hai un appuntamento con David Lynch.” Non avevo una gran voglia di cambiare i miei programmi e viaggiare, ma era David Lynch, non è che ricevi una telefonata così tutti i giorni. Così ho preso il primo aereo per Los Angeles e sono andata a trovarlo direttamente dall’aeroporto. David aveva quel suo sorriso da un orecchio all’altro, e fumava una sigaretta dopo l’altra. Mi ha detto, “Come va la vita? Raccontami tutto!”. Erano almeno dieci anni che facevo audizioni con gente che mi guardava a malapena, ma David era sinceramente interessato. Sono rimasta a parlare quaranta minuti. Quando sono uscita da quella stanza ho pensato: succeda quel che succeda, ho incontrato una leggenda, ed è stato bellissimo». — Mulholland Drive (2001) e Twin Peaks (2017)
se stesso, e hai la sensazione di assistere a qualcosa di primitivo». Mentre dirige le scene più intense, Lynch interviene nei modi più disparati. «Cuore selvaggio era un film così intimo che spesso David si sedeva sul letto mentre noi eravamo impegnati nelle scene d’amore», ricorda Dern. «Ci veniva la ridarella e lui ci pizzicava i piedi per farci smettere. Era sempre con noi. Ma mentre continuavamo a ridere riusciva sempre a bisbigliarmi qualcosa nell’orecchio e poi tornava nel suo angolino». Come un genitore amorevole, Lynch dà sempre dei nomignoli alle sue attrici: Watts è Buttercup, ore di ranuncolo; Patricia Arquette, protagonista di Strade perdute (1997) è Solid Gold, oro puro; e Dern è Tidbit, bocconcino, da quando aveva 16 anni e Lynch l’aveva scelta per Velluto Blu. Nella nuova versione di Twin Peaks ci sono anche Hailey Gates e Chrysta Bell, che devono ancora essere ribattezzate. I loro ruoli, avvolti nel mistero no al giorno del debutto in Tv, si stanno svelando a poco a poco. Le stesse attrici hanno scoperto i dettagli strada facendo: «Prima delle riprese io e Naomi siamo andate a casa sua a prendere un caè e David ci ha detto che aveva qualcosa in mente». Dai primi episodi, il nuovo Twin Peaks sembra mantenere quell’atmosfera onirica e surreale che ha reso l’originale un cult. Grazie al genio di Lynch e alla sua incredibile cerchia di donne.
(Traduzione di Gioia Guerzoni)