Faccio da me
Creare da soli i propri bijoux non è un privilegio riservato a pochi, ma una passione da coltivare per divertirsi. E togliersi qualche s izio
Siamo abituati all’idea di cucirci un abito su misura, un po’ meno a realizzare da soli anelli, bracciali e collier. Inventarsi un disegno, andare a caccia dei materiali che servono e assemblarlo, però, non è una missione impossibile. Valentina Pagni ha 46 anni, vive a Milano dove lavora come giornalista e da una decina d’anni dedica gran parte del suo tempo libero ai bijoux. «Da ragazzina avevo convinto mia madre a comprarmi l’attrezzatura per inlare perline e mi era rimasta in casa. Quando mi è preso il guizzo di farmi un paio di orecchini, l’ho ripescata e non mi sono più fermata». Libri e tutorial sono le prime guide di un percorso da autodidatta, che l’ha portata ora ad accarezzare il sogno di un laboratorio suo con il piccolo brand che ha fondato jewelsinprogress (sopra, degli orecchini). «Creattiva a Bergamo e Chibimart a Milano sono forse le ere più signicative in Italia per l’hobbistica, lì puoi piazzare i tuoi ordini anche se non hai partita Iva». Fondamentale, però, è il kit di base con cui mettersi all’opera. Pinze per tagliare, girare e schiacciare, insieme ai li di metallo, poi si decide quale tipo di pietra, resina o cristallo usare. «Importantissimo è imparare a fare i nodi da collana tra una perla e l’altra, dopo tocca ai nodi orece, cioè i piccoli cappi con cui si piega il metallo per legare un pezzo a un altro. Inne ci sono le chiusure, se non sono fatte bene il monile viene sbilanciato». Internet a parte, ci sono negozi che in Italia sono istituzioni del gioiello fai-da-te. Unger e Viganò sono buone tappe a Milano, Fantasy Craft tiene banco a Genova, mentre Gioie e Colori è quotatissimo a Sesto Fiorentino per gli appassionati di resine. A Venezia, Paropamiso Venice è specializzato in perle di vetro di alta qualità, a Roma Accessori Più ha bellissima minuteria metallica e a Catania Lapilli vende delle piastrelline di maiolica per monili.