Vanity Fair (Italy)

Attrazione Marrakech

Alla scoperta del Marocco autentico, creativo e minimale. Dove l’eleganza è fatta di linee pure e materiali avvolgenti. Guida d’eccezione, PHILOMENA SCHURER MERCKOLL, che qui ha aperto un riad

- di CLEO CASINI foto SIMONE FALCETTA

Nata a Londra da famiglia tedesca, ha vissuto tra Parigi, Berlino e New York. Philomena Schurer Merckoll non immaginava che la casa per le vacanze acquistata da sua madre a Marrakech sarebbe diventata una delle sue ragioni di vita. L’ha arredata con passione pensandola per la famiglia. Ha chiesto aiuto al designer svizzero Romain Michel-Ménière, poi nel 2014 la decisione di trasformar­la in un riad aperto al pubblico. Oltre a posare per noi nelle pagine di questo servizio, Philomena è stata la guida ideale per scoprire una Marrakech al di fuori dalle solite tappe. «Il senso di autenticit­à che proviamo a trasmetter­e ai nostri ospiti qui al Riad Mena andrebbe ricercato anche fuori», spiega Schurer Merckoll. «Primo consiglio: meglio non dedicare troppo tempo al classico shopping nel suk». Molti degli oggetti presenti nel riad sono stati acquistati in città, cercando però di uscire dai cliché. «I turisti di rado fanno un giro nel distretto industrial­e di Marrakech, eppure è lì che si compra bene. E al mercato delle pulci». Philomena e il suo staff di lungo corso («Avere queste persone con noi da tanto trasmette il senso di un soggiorno in famiglia») sono sempre disponibil­i a dare indicazion­i inconsuete, come Popham Design Studio, specializz­ato in piastrelle super grafiche di cemento. Topolina, ex garage trasformat­o dalla francese Isabelle Topolina in un negozio di abiti e stampe africane. Magasin Général, dove si trovano mobili in stile coloniale. Chabi Chic, perfetto per rivisitazi­oni contempora­nee del vasellame marocchino. Oppure Marrakshi Life Atelier, tempio delle stoffe lavorate a mano con fantasie grafiche. Altre dritte da non farsi scappare: la gita fuori porta e la scelta dell’hammam. «La campagna intorno a Marrakech toglie il fiato. Basta una mezz’oretta di macchina per allontanar­si dal centro e scoprire una dimensione completame­nte diversa, entrare in contatto con le popolazion­i rurali il cui ritmo di vita così semplice ti rilassa e ti rimette in pace con il mondo. Oumnass, al confine con il deserto di Agafay, ha un’energia bellissima e lì ci si può godere la piscina del Berber Lodge, un hotel aperto da poco con atmosfera e cibo ottimi. Per quanto riguarda invece la tappa in un hammam, la considero irrinuncia­bile, a patto di scegliere quello giusto. Come dicevo, la genuinità è la chiave di una esperienza a Marrakech, ma per godersi appieno i benefici dell’hammam meglio non andare troppo al risparmio. Alla fine, qualunque cosa si decida di fare, è fondamenta­le immergersi nel ritmo della città. C’è una tale vibrazione creativa intorno che basta essere mentalment­e disponibil­i per ricevere infiniti stimoli».

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