Il mondo oltre Despacito
Un nuovo tour, un singolo di successo e un album: FRED DE PALMA è tornato. E stavolta unisce il rap ai suoni latini (ma dimenticate Luis Fonsi). Obiettivo: sorprendere i fan, anche i like-dipendenti
Nel mondo del rap italiano ci sono gli ortodossi, quelli che album dopo album fanno esattamente quello che ci si aspetta da loro, cioè variazioni della formula che li ha resi famosi. E poi c’è Fred De Palma, torinese, classe ’89, che fa esattamente l’opposto. Da ragazzino era un freestyler, campione di gare di improvvisazione. Poi ha iniziato una carriera nella quale ogni album è una smentita dei precedenti. Il quarto, Hanglover, uscirà il 15 settembre, anticipato dal singolo Adiós. Se il disco precedente, Boyfred, era schiettamente pop, con Hanglover Fred ha scoperto le sonorità latine. Il 1° luglio parte da Senigallia (Ancona) anche il suo tour estivo. Partiamo dall’ultima svolta musicale. «Ho unito i due sound che mi piacciono in questo momento. Da un lato l’ultimo album di J Balvin, il reggaeton, la musica latina non neomelodica, insomma, tutto quello che non è Enrique Iglesias o il tormentone Despacito. E poi i suoni dancehall di Drake e PartyNextDoor». Non ha paura di perdere un po’ di fan storici in questa sua versione ballabile? «Molti scelgono di prendere in giro i fan, proponendogli ogni volta esattamente quello che vogliono e amen. Ma io non ci riesco, mi piace prendere il pubblico di sorpresa. Anche sul reggaeton ci sono dei pregiudizi perché la gente non ascolta davvero i dischi». Nella canzone Niente da dire se la prende col pubblico giovane. Che cosa le hanno fatto? «Oggi i ragazzini non diventano fan di quelli bravi ma di quelli facili da imitare e riprodurre nella loro cameretta. C’è questa illusione che tutti possano fare musica, sembra quasi che la musica si faccia per i like. Prima c’era la critica, oggi siamo nelle mani di ragazzini il cui unico obiettivo sono le visualizzazioni sotto i video su YouTube». Parla per esperienza diretta? «Quando ho pubblicato l’intro di Hanglover, ho letto commenti completamente dissociati. E io sono uno che le critiche va a leggerle, perché penso che magari c’è qualcosa da imparare. Ma un sacco di persone non ascolta proprio le canzoni, non fa attenzione alle parole, non gli interessano i contenuti, è solo lì ad aspettare un passo falso, la vera moda del momento è rompere i coglioni». Però a lei non va male, due singoli disco d’oro, uno di platino… «Mi viene sempre in mente il discorso di Matthew McConaughey in cui dice: “Il mio eroe è sempre me stesso tra dieci anni”. Ogni punto di arrivo per me è un punto di partenza». Il guaio è che gli ambiziosi non si godono mai niente. «Mai. È la mia condanna. Ma mi sto impegnando a vivere nel momento, a enfatizzarlo».