GOLA PROFONDA CERCA LEGGE
Potrebbe entrare in vigore entro la ine di questa legislatura la normativa per tutelare i WHISTLEBLOWER: un riparo necessario per chi denuncia abusi sul posto di lavoro nel pubblico interesse
Adistanza di undici anni dalla nascita di WikiLeaks, il sito di «so ate» fondato il 4 ottobre del 2006 da Julian Assange, in Italia e in molti altri Paesi dell’Ue «spifferare» nel pubblico interesse comporta ancora notevoli rischi. Ma una legge per tutelare chi segnala illeciti sul posto di lavoro, come frodi e corruzioni, potrebbe entrare in vigore prima della ne di questa legislatura. «Si tratta di un buon testo», sottolinea Davide Del Monte, direttore esecutivo di Transparency International Italia, «a patto che gli emendamenti presentati in commissione al Senato vengano approvati». Non saranno previste però ricompense per i delatori, come negli Stati Uniti (dove il whistleblowing è regolato da tempo), tanto meno sarà garantito loro l’anonimato. «Una rinuncia dettata dalla volontà di accelerare i tempi per l’approvazione della legge», sottolinea l’associazione impegnata nella lotta alla corruzione.
DUE ANNI DI STOP
Da 600 giorni è ferma al Senato la legge per la tutela dei whistleblower. Approvata alla Camera il 21 gennaio del 2016, è stata concepita dalla grillina Francesca Businarolo. Ora però qualcosa si muove: il M5S ha appena annunciato che il provvedimento verrà discusso in aula verso metà ottobre. Per farlo ripartire c’è voluta una petizione delle associazioni Transparency International Italia e Riparte il futuro, ma anche il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone ci ha messo una buona parola.
UNA NORMA AL RIBASSO
Per ora in Italia solo la legge Severino offre un modesto riparo agli «informatori»: vale unicamente per i dipendenti pubblici e proibisce di sanzionare i segnalanti. Il whistleblower non ha diritto tuttavia a rimanere anonimo. La nuova legge non riuscirà a tappare tutti i buchi: per esempio la tutela dell’identità di chi denuncia un illecito non sarà garantita al 100 per cento. Anche a questo giro, chi lavora nel settore privato rischia di essere lasciato senza difese.
QUANTO VALE UNA SOFFIATA
All’inizio la legge prevedeva un bonus in denaro per le «talpe», pari al 15 per cento della somma recuperata grazie alla segnalazione. Come negli Stati Uniti, dove il premio corrisponde in media al 17 per cento del guadagno. Le nostre «gole profonde» avranno diritto invece a un rimborso spese, finanziato tramite un fondo di ristoro, per avvocati e psicologi di supporto. Secondo uno studio australiano sul whistleblowing, da gennaio 2009 a settembre 2014 gli Usa hanno recuperato 22 miliardi di dollari grazie a chi ha denunciato frodi.
CHI SEGNALA COSA
Da quando è stato aperto nell’ottobre 2014, il servizio di allerta anticorruzione di Transparency International Italia ha ricevuto 429 segnalazioni, di cui il 14,5 per cento per favoritismi e il 9,8 per cento per uso improprio di fondi pubblici. I settori più segnalati sono la pubblica amministrazione, la sanità e l’educazione. In aumento anche le denunce pervenute all’Anac: il numero delle segnalazioni ricevute dall’ente nei primi cinque mesi di quest’anno (263) ha superato quello totalizzato nel corso di tutto il 2016.
PAESE CHE VAI
Francia, Regno Unito, Olanda e Romania figurano tra i Paesi europei dove gli informatori corrono meno rischi. Mentre sette Paesi Ue su 28, tra cui Spagna e Finlandia, non offrono ai segnalanti alcuna protezione. A metà strada tra gli uni e gli altri ci sono 13 Paesi, dall’Italia alla Germania, che prevedono forme di tutela parziali. Nell’Ue manca una normativa che stabilisca standard minimi per la difesa delle gole profonde: alla Commissione europea è stato chiesto di proporre una legge entro la fine dell’anno.