CARA DELEVINGNE: «ADESSO RECITO»
La sua nuova vita in un libro e in un ilm. E proprio sul cinema CARA DELEVINGNE,star dell’ultimo Besson, punta per il prossimo futuro. Sognando di recitare da «politica»
Sono quasi dieci anni che il mondo osserva da vicino Cara Delevingne, londinese di ottima famiglia, allevata con le buone maniere dell’alta società (da cui si prende spesso qualche libertà), riconoscibile per «il suo faccino, le sue sopracciglia spesse e il sico da uccellino gracile», come dice Karl Lagerfeld, uno dei primi ad averla fatta s lare. Tanto it girl quanto un po’ bad girl, tatuata e di nuovo rasata, idolo dei social network non solo per una battuta fuori controllo o per la foto di un bacio alla francese. Per nulla moralista e al 99 per cento senza ltri, Cara ama dare spiegazioni dettagliate sulla sua «sessualità liquida» (ossia sul passaggio dalle ragazze ai ragazzi, senza curarsi delle etichette), quando non calca una passerella o un set cinematogra co. Infatti, oggi Delevingne attira l’attenzione, oltre che degli stilisti, anche dei registi. Il più recente è Luc Besson, che le ha adato il ruolo di Laureline in Valerian e la città dei mille pianeti, in questi giorni al cinema. Sta inoltre per uscire, il 10 ottobre in Italia, il suo primo romanzo, di cui nora si conosce solo la premessa di base: la morte di un’adolescente, che lascia un messaggio postumo al suo gruppo di amici. Come riesce a dividere il suo tempo tra s late e lm? «È sul cinema che in questo momento mi concentro, gli dedico tutte le mie energie per avere successo come attrice. Continuo a collaborare con qualche marchio, ma in maniera molto più selettiva di prima».
ESSERE INFLUENTE MI ONORA E TERRORIZZA. STO ANCORA IMPARANDO A CONOSCERMI. PERCIÒ SONO COSÌ TRASPARENTE SUI SOCIAL
A che cosa attribuisce il desiderio di recitare? «Alla mia continua curiosità. Trovo a ascinante vedere come si crea un lm, come si elabora una narrazione. Mi ha sempre intrigata. Quando ero piccola, trascorrevo il tempo a fare spettacoli a scuola o a casa, con le mie sorelle. Questo esercitava la mia immaginazione, mi insegnava già a esplorare diverse emozioni». Che cosa le danno i diversi ruoli, sul piano personale? «Ogni personaggio che interpreto mi insegna qualcosa. Cerco di vedere attraverso i suoi occhi, di cambiare prospettiva. Ci sono lati positivi e negativi. In ogni caso, imparo sempre una lezione». La parte dei suoi sogni? «Mi piacerebbe interpretare la femminista americana Gloria Steinem, oppure un presidente donna. Vorrei anche avere l’occasione di recitare un personaggio gender uid, e magari un ruolo maschile». Che cosa ha ricavato dalla sua esperienza con Luc Besson? «Luc è un visionario, ciò che ho fatto per questo lm forse segnerà la mia carriera per sempre. Per cominciare, mi ha inculcato la ducia in me stessa. Il suo modo di dirigere è così preciso e pieno di considerazione per gli attori, che mi sono sentita immediatamente rassicurata e valorizzata». Attori e attrici modello? «Se dovessi scegliere, direi Meryl Streep, Helen Mirren, Morgan Freeman, Tilda Swinton e Cate Blanchett». Ha qualche timore, rispetto al mondo del cinema? Hollywood può essere un luogo spietato… «Recitare è qualcosa di molto personale, e tutte le professioni che ci rendono vulnerabili spaventano, soprattutto se sono la nostra più grande passione. La paura va necessariamente di pari passo con il fatto di vivere il proprio sogno. La paura di fallire, di non essere apprezzati, di non durare. Cerco di concentrarmi sugli aspetti positivi della mia carriera e di non lasciarmi divorare dai miei timori». Lei è una star dei social network e non sembra censurarsi su niente di ciò che condivide con i suoi follower – 40 milioni su Instagram, tra l’altro. È importante questo scambio? «Estremamente. Per quale motivo trattenermi? Ho le mie opinioni. Non ho intenzione di attenuare la mia immagine per i social network, detesto ngere. È molto liberatorio per me con darmi liberamente su ciò che mi succede e ciò che provo». Come ci si sente a essere un modello per milioni di giovani donne? «L’idea di essere inuente mi onora e mi terrorizza. Io non sono perfetta. Sono giovane, sto ancora imparando a conoscermi. È per questo che sono così trasparente sui social: penso che sia meglio mostrare a queste ragazze che la confusione e il dubbio sono normali quando si cresce. Del resto, mi piace l’idea che si cresca insieme». In questi giorni esce Mirror Mirror, il suo primo romanzo. Come mai questa voglia di scrivere, oltre a tutto quello che già fa? «Perché le mie letture mi hanno sempre aiutata e guidata. Avevo voglia di scrivere qualcosa che avesse un impatto positivo sulla nuova generazione. Non ho avuto alcuna fretta, mi sono presa tempo per costruire una trama incisiva e, spero, stimolante». Quale tema aronta il libro? «La scoperta di sé. Le s de che si incontrano quando si è giovani e in piena ricerca di se stessi. L’importanza delle amicizie e dell’amore – compreso quello per noi stessi». È un’autobiograa? «Assolutamente no. Mi premeva essere libera nella creazione del racconto. Non bisogna vederci alcuna correlazione con gli eventi della mia vita». Lei che cosa sta cercando, in fondo? «Non direi di essere alla ricerca di qualcosa. Ho delle passioni – molte, d’accordo – che cerco semplicemente di coltivare. Tutto ciò che voglio è essere era di ciò che faccio. E provare una certa soddisfazione a ne giornata».
LUC È UN VISIONARIO E MI HA INCULCATO FIDUCIA IN ME STESSA. QUANDO MI HA DIRETTA, MI SONO SENTITA RASSICURATA E VALORIZZATA