Vanity Fair (Italy)

NELLA TERRA DI MEZZO

«Giallo fuori e bianco dentro». Così si definisce Shi Yang Shi, attore e ora scrittore arrivato in Italia 27 anni fa. Che ai migranti dice: lo IUS SOLI è prima di tutto culturale

- Di SILVIA NUCINI

Tutto era già scritto nel suo nome: Yang Shi. Pietra e occidente. Ma lo avrebbe scoperto molto tempo dopo la redazione del suo certificat­o di nascita, il giorno in cui, undicenne, sarebbe salito con sua madre su un aereo diretto verso quell’Ovest predestina­to. Shi Yang Shi (questo il suo nome d’arte: leggera modifica all’originale), vive in Italia da allora, è un attore di cinema (a breve in Brutti e cattivi con Claudio Santamaria), Tv (è una ex Iena) e di teatro, ma soprattutt­o un punto di riferiment­o per la comunità cinese in Italia: un mondo ampio e variegato alla ricerca continua di una sua identità. «Sono una banana», dice di sé Yang, «giallo fuori e bianco dentro». Per la nostra intervista ha portato dei dolcetti (cinesi, detti «della luna») e un tè allo zenzero. «Come una perfetta sciura milanese», dice. Ci vediamo per parlare del suo primo libro Cuore di seta (Mondadori, pagg. 168, € 17), la storia della sua vita «italiana made in China». Una storia speciale o simile a quella di tanti ragazzini immigrati? «L’una e l’altra. La storia di due culture, non poi così dissimili, che si incontrano. La storia di una donna benestante – mia madre in Cina faceva il medico – che si butta dentro un’avventura portando con sé suo figlio. All’inizio è stata dura: lei friggeva semilavora­ti di maiale, io andavo a

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