A casa (di Muccino) tutti bene
Première e party a Roma per il film più «di famiglia» nelle nostre sale. Con i migliori attori del cinema italiano. E con una storia che ci accomuna
La prima verità che restituisce A casa tutti bene di Gabriele Muccino è che la famiglia per chiunque di noi (e vale anche quando non c’è) è punto di partenza, poi di fuga e infine di ritorno, ancora, quando – ormai da uomini e donne – abbiamo superato d’averla dovuta tradire in quel conflitto che ci ha permesso di diventare gli individui che siamo. Nel nome di questa ragione, prima che stelle del cinema raccolte a Roma per l’anteprima di un film e festa a seguire, gli attori protagonisti al The Space - Moderno sono stati amici lì riuniti per celebrare quel punto (di partenza, fuga e ritorno) che tutti abbiamo in comune. Pierfrancesco Favino «dotato di teletrasporto» arriva dal Festival di Sanremo con la moglie Anna Ferzetti mano nella mano, lei illuminata da
gioielli Raspini: «Casa è il posto dove mi conoscono e voglio stare: tutte donne, pure il cane è femmina». Claudia Gerini: «Per me è quel momento in cui le bimbe dormono, c’è un silenzio strano e sul divano leggo un libro, guardo un po’ la tele». Carolina Crescentini: «Trastevere, i vicini, il fidanzato, il gruppo di quelli che si vogliono bene». Sabrina Impacciatore: «Sul set siamo stati fratelli, amanti». Imprigionati da copione per maltempo nella villa bianca a Ischia in quello che doveva essere solo un pranzo per le nozze d’oro di Stefania Sandrelli e Ivano Marescotti, e invece si trasforma nel crollo d’ogni maschera borghese per la miseria che a volte questo essere figli, coniugi, ex è.