Vanity Fair (Italy)

Gli artigiani del futuro

A Firenze, un gruppo del lusso francese e una delle migliori scuole italiane si uniscono per tutelare la manodopera eccellente

- di Cristina Manfredi

Ci sono al mondo abiti meraviglio­si, prodotti su ordinazion­e di donne ultra chic che costano come una berlina o giù di lì. Sono le creazioni di haute couture, quelle che hanno sfilato qualche settimana fa a Parigi (con un’appendice romana, dove AltaRoma sostiene i giovani senza dimenticar­e gli atelier). Collezioni superbe, frutto di una artigianal­ità d’altri tempi e sopravviss­uta all’industrial­izzazione più spinta. Si dice che al mondo siano circa cinquemila le signore che quei capi li indosseran­no per davvero, motivo per cui, ogni tanto, parte l’invettiva di chi pensa che l’alta moda sia solo un anacronist­ico spreco di tempo e denaro. La realtà è che le mise da sogno, come quelle dell’ultima collezione di Fendi Haute Fourrure fotografat­e in queste pagine, stanno al fashion business come la Formula 1 sta alla catena di montaggio dell’automotive. Le tante ore trascorse nella sartoria della maison romana dalle première, intente a tagliare, cucire, sagomare, ricamare, intrecciar­e dovrebbero diventare patrimonio dell’umanità, per quanto preservano manualità irrinuncia­bili nella creazione di un indumento da far battere il cuore. E lo stesso vale per tutte le case di moda che hanno conservato un proprio atelier o che addirittur­a decidono di consolidar­lo, come nel caso di Céline che, insieme alla nomina del nuovo direttore creativo Hedi Slimane al posto di Phoebe Philo, ha annunciato il proprio ingresso nella couture. Le grandi realtà del lusso sanno che il loro successo nel prêt-à-porter dipende dal mix di autentica esclusivit­à che raccontano attraverso i vari prodotti. E questa consapevol­ezza ha portato negli ultimi anni alla

identifica­zione di un problema: come trasmetter­e alle generazion­i più giovani le preziosiss­ime conoscenze di quelle mani così speciali? Se a fine carriera i grandi artigiani della moda non avranno formato nuove leve pronte a continuare la loro missione, il loro sapere andrà perduto. E questo è un danno culturale, ma soprattutt­o produttivo, che la moda proprio non si può permettere di subire. Nel 2014 il Gruppo Lvmh che, oltre a Fendi e Céline, nel fashion controlla altri pezzi da novanta come Louis Vuitton, Christian Dior Couture, Givenchy, Emilio Pucci, Loewe, Kenzo, Berluti e Loro Piana, ha fondato in Francia l’Ime - Istituto dei Mestieri d’Eccellenza. Si tratta di un programma di formazioni integrate in alternanza scuola lavoro con l’obiettivo di consegnare agli studenti selezionat­i il patrimonio di savoir-faire dell’alto artigianat­o. Di base, Ime si allea con alcune scuole specializz­ate e definisce dei percorsi tagliati ad hoc a seconda delle diverse discipline (oltre alla manualità, viene fatta formazione anche sulla creatività e sulla vendita) e a tutt’oggi ha accolto oltre 300 giovani «apprentis», da collocare poi nelle varie manifattur­e del gruppo. Nel 2016 è stata avviata una succursale in Svizzera per l’alta orologeria, mentre è stato da poco istituito il quartier generale italiano, nello storico Palazzo Pucci, a Firenze. In partnershi­p con il Polimoda, che ha sede sempre in città sul Lungarno, ha preso il via il primo Corso profession­ale di qualifica nel settore della pelletteri­a per la regione Toscana e 12 giovani selezionat­i sono ora intenti a completare le 550 ore di teoria e laboratori­o, oltre alle 350 di formazione in azienda e 30 dedicate all’orientamen­to collettivo e individual­e. Nella zona gravitano i laboratori di Bulgari, Céline, Christian Dior Couture, Fendi, Loro Piana e Louis Vuitton, dove i ragazzi si cimenteran­no con la costruzion­e di borse e accessori a regola d’arte, ma l’investimen­to in Italia dell’Istituto dei Mestieri non finisce qui. A Valenza, il nuovo polo produttivo di Bulgari ospita già dall’anno scorso un’accademia per garantirsi un ricambio di personale nell’ambito della gioielleri­a, in tandem con For.Al, Consorzio per la formazione profession­ale nell’Alessandri­no. Mentre in Veneto è prevista l’attivazion­e di due nuovi programmi, uno pensato per il futuro della calzoleria, l’altro votato alle tecniche di vendita. La moda, spesso tacciata di superficia­lità, dimostra insomma lungimiran­za nell’investire sull’insegnamen­to di un mestiere. Gli studenti di oggi saranno la forza lavoro d’élite di domani, con nella testa, nelle mani e nel cuore i segreti di ieri. Un circolo virtuoso importante, specie per un Paese come il nostro, che dell’eccellenza produttiva ha fatto bandiera.

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 ??  ?? È un giardino incantato a ispirare la collezione Haute Fourrure di Fendi: un mix di lince, zibellino, tessuti jacquard e pizzi di pelle. FIORI DAL MONDO
È un giardino incantato a ispirare la collezione Haute Fourrure di Fendi: un mix di lince, zibellino, tessuti jacquard e pizzi di pelle. FIORI DAL MONDO
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DA FAVOLA Ancora alcune immagini dal backstage di Fendi Haute Fourrure con lavorazion­i inedite per abiti, gonne e cappotti.

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